tag:blogger.com,1999:blog-91866364472869021392024-02-24T10:47:10.342+01:00italian masalaElisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.comBlogger142125tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-64536422307926904242015-05-17T21:50:00.000+02:002015-05-17T22:37:52.266+02:00Choose to smile: scegli la felicità e sarai felice!<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" mozallowfullscreen="" src="http://player.vimeo.com/video/60883328" webkitallowfullscreen="" width="640"></iframe><br />
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<i><small>A film by Mike Worsman.</small></i></div>
Video from <a href="http://www.karmatube.org/">KarmaTube</a><br />
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Se qualcuno di voi fa un salto in libreria e prova a scorrere tra gli scaffali i titoli dei libri che parlano di "felicità", si troverà a dover scegliere tra un mucchio di proposte.<br />
<br />
Libri più o meno scientifici, più o meno filosofici o libri con un approccio che tende verso la formula "tutto compreso, chiavi in mano" - come una sorta di ricetta magica per la felicità garantita.<br />
Best seller scritti da belli e famosi, o biografie senza tempo che parlano con un linguaggio ormai superato di questioni che non lo saranno forse mai.<br />
Psicologia, filosofia, religione e perfino scienza: tutte in fila per contribuire con il loro distillato a fare della nostra vita un giardino fiorito.<br />
<br />
Ma cosa ne saprà il signor Sugathapala di tutto questo?<br />
Forse tutto, forse nulla. Fatto sta che il suo modo di affrontare la vita, con un sorriso sulle labbra, mette di buon umore così, senza bisogno di leggere nulla.<br />
E' contagioso!<br />
Mr. W.V. Sugathapala Damameella Watta vive nello Sri Lanka, poco fuori Colombo. Di lavoro fa la guardia per una pasticceria - in oriente non è strano trovare queste figure a metà tra la guardia e il portinaio, davanti a certi locali. <br />
<br />
Mr. Sugatahapala è marito e padre di tre ragazzi, ha cambiato diversi posti di lavoro e poi, dopo aver perso un posto a cui teneva molto, è finito per essere impiegato nella pasticceria che vedete nel video.<br />
Lui stesso dice di essersi dispiaciuto del passaggio ad una occupazione meno remunerata, ma che dal primo giorno di lavoro in questo nuovo posto, si fosse sentito subito più felice.<br />
Del resto - dice Sugathapala - siamo qua tutti quanti per uno stop-over, siamo di passaggio: non c'è ragione di prendere male la vita e perdersi nella rabbia, invidia e così via. E' controproducente!<br />
Quindi è meglio sorridere, che fa anche bene: come una ginnastica di purificazione.<br />
Lo potremmo prendere come un nostro dovere quotidiano?!<br />
Guardatevi il video, e sorridete :-)Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-24468317441637946632015-04-25T21:49:00.000+02:002015-04-27T14:17:50.969+02:00Di viaggi e viaggiatori. Krishnamurti e l'amore.<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh63JXKwZS_KPFD_9hfIPpzHIaVtURGCqgSti6kKaxiqim3p1TSj3Rtl6hcYDLpzNcz3uzoSotFRK1mT1cEgHmpDarwl2R1sD0ieOzB0iEYLtzqd-JVNgRJsplXMUaXO907g3IQmsUL0wg/s1600/orizzonte.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh63JXKwZS_KPFD_9hfIPpzHIaVtURGCqgSti6kKaxiqim3p1TSj3Rtl6hcYDLpzNcz3uzoSotFRK1mT1cEgHmpDarwl2R1sD0ieOzB0iEYLtzqd-JVNgRJsplXMUaXO907g3IQmsUL0wg/s1600/orizzonte.jpg" height="426" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">panorama dalla cittadella di Chittor, Rajasthan</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Oggi, riguardando le foto degli ultimi viaggi, mi sono venute in mente tante esperienze, tutte così intense e significative per me - per me che un viaggio in India vuol dire tornare "a casa" - che ho sentito un senso profondo di gratitudine.<br />
La mia vita è stata fin qui meravigliosamente piena di cose importanti. E riguardare le foto le riporta a galla. <br />
<br />
Ciò non significa che queste esperienze siano confinate solo ai momenti del viaggio; ma è proprio in viaggio, nella lontananza, che più si svela la ricchezza che ho potuto vivere e che continuo a sperimentare nelle esperienze di ogni giorno.<br />
L'India mi segue anche dentro ai gesti quotidiani: andare al lavoro, fermarmi a osservare la gente che passeggia, preparare la cena, salutare qualcuno, leggere la pagina di un libro, sedermi a meditare.<br />
Mi dico che questo è amore. E mi sento fortunata di poterne avere così tanto, così disponibile.<br />
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Allora vado a cercare cosa ha scritto sull'amore <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti" target="_blank">Jiddu Krishnamurti,</a> che è stato un filosofo indiano del Novecento (morì nel 1986 a 90 anni) estremamente apprezzato e conosciuto in tutto il mondo per la sua visione originale e gli insegnamenti sull'approccio alla vita.<br />
In un <a href="http://www.jkrishnamurti.org/krishnamurti-teachings/view-text.php?tid=2372&chid=71414&w=&" target="_blank">brano dei suoi taccuini</a> (n.25) leggo la descrizione di un paesaggio di campagna al tramonto: <i>Ciò che era bello era adesso di uno splendore radioso; ogni cosa ne era rivestita; c’era estasi e riso non solo interiormente, in profondità, ma in mezzo alle palme e ai campi di riso. <br />L’amore non è una cosa comune, ma era là, nella capanna illuminata da una vecchia lampada a olio; era con quella donna che portava qualcosa di pesante sulla testa; con quel ragazzo nudo che faceva ruotare su un cordone un pezzo di legno che mandava scintille, i suoi fuochi d’artificio. <br />L’amore era ovunque, così a portata di mano che potevi raccoglierlo sotto una foglia morta o in quel gelsomino vicino alla vecchia casa in rovina. Ma tutti erano occupati, indaffarati e perduti (…).</i><br />
<br />
E sull'onda di questa ultima riflessione, sul fatto che siamo sempre troppo occupati a "fare" qualcosa per notare quello che c'è (già) in abbondanza, leggo quest'altro contributo, tratto da "Libertà dal conosciuto" (1969):<br />
<br />
<i>L'amore è una idea? Se lo è può essere coltivata, nutrita, accarezzata, comandata a bacchetta, alterata come volete. Quando dite di amare Dio, cosa significa? Significa che amate una proiezione della vostra immagine, una proiezione di voi stessi sotto certe spoglie di rispettabilità secondo quello che credete sia nobile e santo; perciò dire, "Amo Dio", non ha assolutamente alcun senso. Quando adorate Dio, adorate voi stessi, e questo non e amore.<br /> </i><br />
<i>(…) Dunque come faremo a scoprire cos'è l'amore?<br />Limitandoci a definirlo? La chiesa lo ha definito in un modo, la società in un altro, e c'è una gran quantità di deviazioni e di interpretazioni sbagliate. Adorare qualcuno, dormirci insieme, lo scambio emotivo, l'amicizia: è questo quello che intendiamo per amore? <br />Questa è stata la norma, il modello, ed è diventata una cosa così estremamente personale, riferita ai sensi e limitata, che le religioni hanno dichiarato che l'amore è qualcosa di molto più grande. In quello che esse chiamano amore umano vedono piacere, competizione, gelosia, desiderio di possedere, di tenete stretto, di controllare e di interferire nel pensiero di un altro, e conoscendo la complessità di tutto ciò, affermano che deve esserci un altro tipo di amore, divino, bellissimo,<br />intatto, non corrotto (…).<br /> </i><br />
<i>L'amore può essere diviso in sacro e profano, umano e divino, o c'è solamente amore? L'amore appartiene a uno e non a molti? Se dico, "Ti amo", esclude forse ciò l'amore dell'altro? L'amore è personale o impersonale? Morale o immorale? È qualcosa di intimo o no? Se amate l'umanità potete amare il particolare? L'amore è un sentimento? È una emozione? È piacere e desiderio? Tutte queste domande indicano - non è vero? - che abbiamo delle idee sull'amore, idee su ciò che dovrebbe e non dovrebbe essere; un modello o un codice maturato nella cultura in cui viviamo.<br />Così per approfondire la questione di cosa sia l'amore dobbiamo come prima cosa liberarci dalle incrostazioni dei secoli, mettere da parte tutti gli ideali e le ideologie su ciò che dovrebbe o non dovrebbe essere. Dividere qualsiasi cosa in quello che dovrebbe essere e in ciò che è, è il modo più ingannevole di vivere.<br />Dunque, come farò a scoprire cos'è questa fiamma che chiamiamo amore non per esprimerlo a qualcuno altro ma per sapere cosa esso sia in se stesso? <br />(…) Forse si può scoprire cosa sia l'amore partendo da quello che NON è.</i><br />
<i>Il governo dice: và e uccidi per amore del tuo paese. È amore questo? La religione dice: Dimentica il sesso per amore di Dio. È amore questo? L'amore è desiderio? Non dite di no.<br />Per la maggior parte di noi lo è, desiderio e piacere, il piacere che è derivato dai sensi, dalla attrazione sessuale e dalla soddisfazione. Non sono contrario al sesso, ma cercate di vedere cosa in esso sia implicato. Quello che il sesso vi dà momentaneamente è il totale abbandono di<br />voi stessi, poi finite per ritornare alla vostra confusione, e così volete ripetere e ripetere quello stato in cui non c'è preoccupazione, problema, io (…).<br /><br />L'appartenere a un altro, l'essere psicologicamente nutrito da un altro, dipendere da un altro, in tutto ciò deve esserci sempre ansietà, paura, gelosia, colpa. E finché c'è paura non c'è amore; una mente oppressa dal dolore non saprà mai cos'è l'amore; il sentimentalismo e l'emotività non hanno assolutamente niente a che fare con l'amore. E così l'amore non ha niente a che fare col piacere e il desiderio.<br /><br />L'amore non è un prodotto del pensiero che è il passato. Il pensiero non può assolutamente coltivare l'amore. L'amore non è limitato o intrappolato dalla gelosia poiché la gelosia appartiene al passato. L'amore è sempre attivo presente. Non è "amerò" oppure "ho amato". Se conoscete l'amore non seguirete nessuno, l'amore non obbedisce. Quando amate non c'è rispetto né irriverenza.<br />Non sapete cosa realmente vuol dire amare qualcuno amare senza odio, senza gelosia, senza rabbia, senza volere interferire con quello che l'altro fa o pensa, senza condannare, senza far paragoni, non sapete cosa vuol dire? <br />Dove c'è amore c'è paragone? Quando amate qualcuno con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutto il corpo, con tutto il vostro essere, c'è paragone? (…)<br /><br />Quando perdete qualcuno che amate, piangete. Queste lacrime sono per voi stessi o per colui che è morto? piangete per voi o per un altro? (…)<br />Quando piangete per voi stessi, è amore? piangete perché siete soli, perché siete stati abbandonati, perché non avete più forza dolendovi del vostro destino, della vostra condizione, sempre voi, in lacrime? Se lo comprendete, cioè venite in contatto con esso altrettanto direttamente come se toccaste un albero, o un pilastro o una mano, allora vi renderete conto che il dolore è creato da noi stessi, il dolore è creato dal pensiero, il dolore è la conseguenza del tempo. <br /><br />Se ci fate caso potete vedere che tutto ciò accade dentro di voi. Potete vederlo con pienezza, completamente, in uno sguardo, senza sprecare tempo a farci su delle analisi. Potete vedere in un momento l'intera struttura e natura di questa piccola cosa senza valore chiamata "io", le mie lacrime, la mia famiglia, la mia nazione, la mia fede, la mia religione tutte queste brutture sono dentro di voi. Quando ve ne renderete conto con il cuore, non con la mente, quando ve ne renderete conto dal più profondo del cuore, allora avrete la chiave che potrà mettere fine al dolore.<br /><br />Il dolore e l'amore non possono procedere a fianco, ma nel mondo cristiano la sofferenza è stata idealizzata, posta su una croce e adorata, e ciò implica che voi non potrete mai sfuggire il dolore tranne che per quella particolare porta, ed è questa tutta la struttura di una società religiosa sfruttatrice.<br />Così quando chiedete cos'è l'amore, potreste essere troppo spaventati per vedere la risposta.<br />Essa potrebbe significare un cambiamento radicale; potrebbe frantumare la famiglia; potreste scoprire di non amare vostra moglie o vostro marito o i vostri bambini no? Potreste dover distruggere la casa che avete costruito, potreste non tornare più al tempio.<br /><br />Ma se volete ancora scoprirlo, vedrete che la paura non è amore, che dipendere non è amore; la gelosia non è amore, la possessività e il desiderio di dominare non sono amore, la responsabilità e il dovere non sono amore, l'autocommiserazione non è amore, l'angoscia di non essere amato non è amore, amore non è l'opposto di odio più di quanto umiltà non sia l'opposto di vanità. Così se potete eliminare tutto ciò senza sforzo, lavando via come la pioggia lava la polvere che si è accumulata nei giorni su una foglia, allora forse giungerete a quello strano fiore che l'uomo sempre tanto brama.<br />(…)<br />E così siamo arrivati al punto: può la mente incontrare l'amore senza bisogno di disciplina, pensiero, sforzo, senza alcun libro, o maestro o guida; incontrarlo come si incontra un bel tramonto?<br /> </i><br />
<i>Mi sembra che una cosa sia assolutamente necessaria, e che questa sia la passione non causata da uno stimolo; la passione che non sia il risultato di un impegno o di una devozione, passione che non sia lussuria. Un uomo che non sa cosa sia la passione non conoscerà mai l'amore poiché l'amore può nascere solo quando ci sia un totale autoabbandono.<br />Una mente che ricerca non è una mente appassionata, e incontrare l'amore senza cercare è l'unico modo per trovarlo. Incontrarlo ignari e non come risultato di uno sforzo o di una esperienza. Questo amore, scoprirete, non appartiene al tempo; questo amore è sia personale che impersonale, appartiene sia ad uno che a molti. Come per un fiore profumato che voi potete odorare o trascurare. Quel fiore è lì per chiunque, anche per colui che si prende la pena di odorarlo profondamente e di guardarlo con piacere. Sia egli molto vicino nei giardino o molto lontano, per il fiore è la stessa cosa, essendo ricco di quel profumo lo distribuisce a tutti.<br /><br />L'amore è qualcosa di nuovo, fresco, vivo. Non ha ieri né domani. È al di là della confusione del pensiero. Solo la mente innocente sa cosa sia l'amore, e la mente innocente può vivere nel mondo che innocente non è. È possibile scoprire questa cosa straordinaria che l'uomo ha cercato eternamente, nel sacrificio, nell'adorazione, nel rapporto, nel sesso, in ogni forma di piacere e di dolore, solamente quando il pensiero arriva a comprendere se stesso e giunge<br />naturalmente a fine. Allora l'amore non ha opposto, non ha conflitto.<br /> </i><br />
<i>(…) Ma non sapete come raggiungere questa straordinaria sorgente: cosa fate dunque? Se non sapete che fare, non fate niente, non è vero? Assolutamente niente. Allora intimamente voi siete nel più completo silenzio. Capite cosa vuol dire? Vuoi dire che non cercate, non volete, non andate a caccia di qualcosa; non c'è assolutamente un centro. Allora c'è amore.</i><br />
<br />
... se non siete stanchi di sentire parlare di amore, potreste dare un'occhiata ad un altro post qui su Italian Masala, scritto qualche tempo fa. A proposito di <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/11/lamore-secondo-il-buddhismo.html" target="_blank">amore dal punto di vista del buddhismo</a>.<i> </i>Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-57254852126161930332015-03-09T22:56:00.000+01:002015-03-09T22:57:21.274+01:00Come trasformare la sofferenza (secondo il buddhismo). Un testo di Matthieu Ricard<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhASjqGGn04Oyr-XLf5EeJSiTowl6LSsEyEy1RF6awxISVydcvb8m1swVd1EZsJoih9JJk6-4E3OlfMAvOcxrlbiBHtPNBku7Cdj2uR3WTV5SRkym2NrvT82pPWzuBJer3EwyhNRWeGsi0/s1600/trasforma_la_sofferenza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhASjqGGn04Oyr-XLf5EeJSiTowl6LSsEyEy1RF6awxISVydcvb8m1swVd1EZsJoih9JJk6-4E3OlfMAvOcxrlbiBHtPNBku7Cdj2uR3WTV5SRkym2NrvT82pPWzuBJer3EwyhNRWeGsi0/s1600/trasforma_la_sofferenza.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
In questi giorni di quasi-primavera sto concentrando le mie energie nello studio di alcuni testi buddhisti estremamente interessanti. <br />
Frequentando il centro <a href="http://www.taracittamani.it/" target="_blank">Tara Cittamani</a> di Padova (che fa parte della grande famiglia <a href="http://www.fpmt.it/it/" target="_blank">FPMT,</a> fondata nel 1975 da Lama Thubten Yeshe e Lama Thubten Zopa Rinpoche), ho deciso di approfondire gli insegnamenti del Dharma. Di conseguenza ho la possibilità di leggere testi che rappresentano l'essenza del buddhismo, un concentrato di saggezza e compassione; il cuore di quello che (per me) rappresenta la capacità umana di andare oltre la propria condizione. Senza spostarsi di un passo.<br />
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Per la precisione, sto affrontando l'argomento "Lo Rig" - Menti e Cognitori - in cui si analizzano con una precisione millimetrica i nostri meccanismi mentali.<br />
Oltre a questo, mi capita di leggere anche testi più "narrativi" - chiamiamoli così - che illustrano gli stessi concetti dal punto di vista delle moderne neuroscienze.<br />
Tra le altre cose, vorrei condividere uno stralcio di un discorso tenuto da <a href="http://www.matthieuricard.org/en/blog" target="_blank">Matthieu Ricard</a> (conosciuto anche come "<a href="http://www.ted.com/talks/matthieu_ricard_on_the_habits_of_happiness?language=it" target="_blank">l'uomo più felice del mondo</a>", in link un suo intervento TED) sul tema del sistema di proiezione e rappresentazione tipico della nostra mente. Credo che in poche righe sia riuscito a raccontarci con semplicità buona parte di quello che dovremmo sempre tenere a mente.<br />
<br />
"Vorrei spiegare un paio di cose su come vengono usate le immagini mentali nella pratica buddhista, dove sono uno strumento dello sforzo necessario alla trasformazione personale. Vi chiederete perché mai i buddhisti passino così tanto tempo a cercare di visualizzare delle immagini, ma tali sforzi vanno visti in una prospettiva più vasta: fanno parte dell'obiettivo più generale di conseguire una trasformazione del modo in cui percepiamo il mondo fenomenico, oltre che del modo in cui concepiamo la natura del percettore, dell'io, del soggetto.<br />
Perché mai trasformare queste percezioni? Che c'è di sbagliato nel modo in cui di solito percepiamo il mondo?<br />
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Di solito, quando percepiamo il mondo, non possiamo fare a meno di assegnargli dei valori e dei giudizi; in qualche caso, naturalmente, questo ci aiuta a "funzionare" in questo mondo. Se sappiamo che una cosa è molto calda, faremo attenzione; se sappiamo che una cosa è pericolosa, ci terremo a distanza; ma il processo si solidifica rapidamente, e ben presto ecco che cominciamo ad assegnare o a imputare certe caratteristiche agli oggetti esterni ritenendo che siano intrinseche ad essi, mentre in realtà non lo sono. <br />
Possiamo pensare che questo pavimento sia bello perché lo percepiamo tale, ma ecco che in breve tenderemo a credere che questo pavimento sia intrinsecamente bello, o intrinsecamente brutto. Crediamo che i suoni siano intrinsecamente piacevoli o spiacevoli, e ciò vale nel caso del tatto, del gusto e di tutte le nostre esperienze sensoriali. In realtà, esiste una dinamica profondamente interdipendente tra i fenomeni esterni e la nostra mente. Percepiamo le cose, assegnamo ad esse dei valori, e poi tentiamo di possederle o di evitarle fondandoci su tali giudizi; e in ultimo finiamo per credere che le caratteristiche che noi imputiamo agli oggetti siano invece delle loro proprietà inerenti. In tali modo, sperimentiamo una compulsione molto più forte ad attirarli o a respingerli.<br />
<br />
Il problema è che le nostre esperienze di bramosia o di repulsione non corrispondono alla realtà. Le cose, in sé, non sono intrinsecamente belle o piacevoli. Una rosa può essere bella ai nostri occhi, ma la sua bellezza non significa molto per una balena o un pipistrello. Dal momento che la nostra percezione non risponde alla vera realtà, si finisce per avere un senso di frustrazione, di tormento, di conflitto interiore e sofferenza. <br />
E questo vale anche per l'esperienza che il percettore (cioè l'individuo, <i>ndr</i>) ha di se stesso: sappiamo che il nostro corpo cambia, passando da quello di un neonato a quello di un adulto, e poi di un anziano; sappiamo anche che nella nostra esperienza ogni istante porta qualcosa di nuovo. E tuttavia non possiamo fare a meno di pensare che in questo flusso di trasformazione costante ci sia un nucleo, l'io, che si definisce, che è davvero noi, e che continua in modo unitario per tutto questo processo. Questa è una nostra credenza istintiva, e una volta che abbiamo questa identificazione centrale con un io, ovviamente vogliamo proteggerlo e compiacerlo: sentimenti di paura, repulsione o attrazione sono legati ad un forte senso di auto-importanza che deriva dal credere in questo io. Il medesimo senso di auto-importanza offre anche un bersaglio per la sofferenza. Grazie all'identificazione con questo io centrale, diventiamo molto vulnerabili a ogni genere di afflizione emotiva: bramosia, odio, orgoglio, disprezzo e gelosia intensi. La gelosia, per esempio, non potrebbe esistere senza avere come causa un senso di auto-importanza.<br />
<br />
Nel pensiero buddhista queste esperienze sono considerate percezioni illusorie, giacché con esse solidifichiamo sia la realtà interna del flusso di coscienza (che invece cambia costantemente), sia il flusso dei fenomeni esterni (che cambiano anch'essi di continuo). Imputare o sovraimputare ai fenomeni i nostri giudizi, i nostri "mi piace" o "non mi piace" in modo eccessivo, ci induce a dare un'immensa importanza al sé, il che, a sua volta, ci fa funzionare in un modo che causa tormento e sofferenza.<br />
L'idea fondamentale del pensiero buddhista è riconoscere la sofferenza e le sue cause per quello che sono, e questa è la risposta all'interrogativo"che cosa c'è di sbagliato nel nostro modo di percepire il mondo fenomenico": è semplicemente sbagliato, nel senso che finisce insofferenza e tormento. A sua volta il tormento ci impedisce di essere aperti agli altri e di esprimere l'altruismo".<br />
Da "Prospettive buddhiste sulle immagini mentali" contenuto in <i>Il Buddha in laboratorio: dialoghi fra il Dalai Lama e la scienza sulla natura della mente</i> a cura di Anne Harrington e Arthur Zajonc.Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-11424333576779215672015-01-17T15:52:00.000+01:002015-01-18T09:05:56.784+01:00Robina Courtin: la prigione dell'egoismo e tanto altro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhey_5JWHiJRvOoYdmpAp8ub65zASO4T1Uiyo4boaB3hnvKBFrP_YohIxqQc2iNEftwzkSidl33jbYkxOjUqAqwXv38J7rZ89acTk_HMw27wkz6iaEK5amPXNIWvxwiUXoj7WStYuBbbII/s1600/Robina_Pomaia1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhey_5JWHiJRvOoYdmpAp8ub65zASO4T1Uiyo4boaB3hnvKBFrP_YohIxqQc2iNEftwzkSidl33jbYkxOjUqAqwXv38J7rZ89acTk_HMw27wkz6iaEK5amPXNIWvxwiUXoj7WStYuBbbII/s1600/Robina_Pomaia1.jpg" height="320" width="640" /></a></div>
Lo scorso fine settimana sono stata a Pomaia, in provincia di Pisa, all'<a href="http://www.iltk.org/" target="_blank">Istituto Lama Tzong Khapa</a>, per un seminario sul buddhismo. Docente: <a href="http://www.robinacourtin.com/" target="_blank">Robina Courtin</a>. Non era la prima volta che incontravo questa maestra eccezionale (nel 2013 vi ho parlato degli <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/11/the-samsara-club.html" target="_blank">insegnamenti ascoltati in Francia</a>), ma ogni volta ne esco scossa, galvanizzata e piena di entusiasmo.<br />
Il suo modo di insegnare - pieno di humor e qualche volta anche "shoccante" è davvero una sferzata di energia positiva. D'altra parte Robina è una maestra non comune, con un percorso di vita non comune...<br />
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<h3>
Il Buddhismo ci fornisce una ipotesi di lavoro</h3>
Se Einstein in persona venisse da voi - spiega Robina Courtin - e vi chiedesse di "credere" nella teoria della relatività, voi come reagireste? Sapremmo tutti benissimo che non c'è niente da "credere"; noi come Einstein dovremmo semplicemente prendere come ipotesi di lavoro una certa teoria e vedere se funziona. Non si tratta di una verità rivelata e neppure del frutto di una speculazione filosofica.<br />
Per fare questo, Einstein ha dovuto lavorare sodo: ipotesi, raccolta di tutte le informazioni, analisi, osservazione, osservazione, osservazione.<br />
E il buddhismo è uguale: prende come ipotesi di lavoro il funzionamento della mente e ne fa un'analisi perfetta, perché - non si stanca di ripetere Robina - that which exists can be cognized by the mind, (tutto) ciò che esiste può essere conosciuto dalla mente!<br />
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<h3>
Una tazza è una tazza</h3>
Invece no - sostiene Robina: quando guardiamo una tazza, pensiamo immediatamente "questa è una tazza"; ma la verità è che la nostra coscienza visiva, che percepisce solo forma e colore, invia le informazioni alla mente, che trasforma quelle forme e quei colori in una "tazza". In una frazione di secondo la nostra mente recupera tutti i dati: forma, colore, ricordi, storie, esperienze di questa vita e di quelle precedenti e applica una bella etichetta. Una tazza.<br />
Il fatto è che, a causa della nostra ignoranza o "delusion" (in inglese il termine pare che funzioni meglio) fondamentale, crediamo alle etichette che produciamo. Il lavoro del buddhismo è quello di smontare, strato dopo strato, con precisione infinita, tutto il lavoro automatico fatto dalla nostra mente attraverso eoni di rinascite. Vi pare poco?<br />
Naturalmente nel caso della tazza il lavoro è relativamente semplice; ma provate a pensare a quanto può essere complesso smontare il nostro modo di pensare, di "giudicare" il mondo che ci circonda e le nostre relazioni.<br />
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<h3>
Attaccamento al sé</h3>
Questo nostro modo di etichettare, che nei tempi preistorici ci ha salvato dall'estinzione (pensiamo a quanto sia stato utile riconoscere i pericoli e metterci in salvo), oggi ci mette invece in difficoltà. Robina Courtin lo chiama "ego grasping", attaccamento al sé. E' l'assunzione fondamentale di un sé separato, indipendente e reale - l'intera psicologia occidentale si fonda sul fatto che il sé esista in questo modo - che fa di tutto per ottenere ciò che desidera. <br />
E come desidera questo sé? In sostanza, secondo la psicologia buddhista, la nostra mente (che si crede separata e indipendente) non fa che applicare tre categorie di giudizio a tutto ciò che sperimenta: un giudizio positivo (mi piace), un giudizio negativo (non mi piace) e un giudizio neutro (mi è indifferente). Ovvero crede - ingannandosi - che ciò che stà là, fuori, attorno, possa essere giudicato in questi tre modi... e fa di tutto per farlo!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh88luqzfulBkaB4o1gCrCHAe7Pkhtyy8d0t4y2tUF6-keKRYgb-oIX0neGduqB_kOTHuspJcrJ6r7ZOc-sCeGZhxDHUiz7uJKAt5x80Nr7NOGPWLBQ0fjPvCUW7DTFaondWNqEhNHQE8Y/s1600/Robina_Pomaia2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh88luqzfulBkaB4o1gCrCHAe7Pkhtyy8d0t4y2tUF6-keKRYgb-oIX0neGduqB_kOTHuspJcrJ6r7ZOc-sCeGZhxDHUiz7uJKAt5x80Nr7NOGPWLBQ0fjPvCUW7DTFaondWNqEhNHQE8Y/s1600/Robina_Pomaia2.jpg" height="384" width="640" /></a></div>
<br />
<h3>
Afflizioni mentali (delusions)</h3>
Pensate a quando abbiamo molta fame e vediamo una torta al cioccolato. La nostra mente, tenuto conto delle informazioni inviate della coscienza visiva (forme e colori), somma le informazioni che possiede già: ricordi, esperienze, ecc., e si dice: "una magnifica torta al cioccolato!". E ci viene l'acquolina in bocca, tutto il nostro essere è assorbito dal desiderio di mangiarne … la mente ha applicato l'etichetta "mi piace" e desidera una fetta di quella torta deliziosa. <br />
Ne mangiamo una fetta intera, poi ne prendiamo ancora, ma a metà della seconda fetta comincia a venirci la nausea. La mente dice: basta, non mi piace più; se qualcuno ci obbligasse a mangiarne ancora, forse vomiteremmo (!). Se per caso invece fossimo allergici al cioccolato o se non avessimo mai mangiato una torta, vedendone una rimarremmo completamente indifferenti. Ma la torta è sempre quella: quello che cambia è il modo in cui la nostra mente la interpreta.<br />
Così succede per ogni cosa che sperimentiamo nella vita: l'ego - che si crede self existent - è il regista del nostro film e decide come scrivere il copione. L'ignoranza dell'ego determina l'attaccamento o l'avversione che viviamo, in un continuo su e giù dei nostri stati emotivi.<br />
E per di più, molto spesso pensiamo che tutta questa sofferenza sia "normale", che non se ne possa fare a meno.<br />
<br />
<h3>
You are the boss!</h3>
Ma la buona notizia - dice Robina - che è contenuta nella terza Nobile Verità del sentiero buddhista (quella del superamento della sofferenza), è che si può fare a meno di soffrire. Che è possibile non diventare dei "tossicodipendenti" della sofferenza - quello stato in cui non possiamo più fare a meno di soffrire e siamo invischiati negli alti e bassi della mente che si comporta come uno yo yo (the yo-yo mind - definizione di Lama Yeshe, maestro di Robina Courtin).<br />
E siccome anche Buddha - che era un tipo normale, dice la monaca - ci è riuscito, allora lo possiamo fare tutti. Noi siamo il boss! E possiamo essere il nostro stesso terapeuta (be your own therapist!).<br />
Quindi, coraggio, perché non è mai tardi per seminare semi positivi.<br />
<br />
nb: non ho potuto fare a meno di utilizzare le parole chiave - in inglese - che usa Robina. Sono potenti!Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-9685742660477631672015-01-04T22:51:00.001+01:002015-01-14T10:53:03.944+01:00Holy Cow: il collezionista di razze bovine<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5ZVVnvb8PDReNiuprMgg6h9drCPnzeJol7MKufkp8_UZbVzSO_Lup5fdXtcXGMZFSzAL00Lh7AniP3-wpMEifktJafafcAHGkeKZFKW0xSYU5mzlUYi8EKlS8bmznPg-SvKiwOWx_OsM/s1600/IMG_2973.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5ZVVnvb8PDReNiuprMgg6h9drCPnzeJol7MKufkp8_UZbVzSO_Lup5fdXtcXGMZFSzAL00Lh7AniP3-wpMEifktJafafcAHGkeKZFKW0xSYU5mzlUYi8EKlS8bmznPg-SvKiwOWx_OsM/s1600/IMG_2973.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
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</div>
Se Mother India ha potuto partorire una paladina per la difesa della biodiversità delle specie vegetali come <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/07/vandana-e-i-semi.html" target="_blank">Vandana Shiva</a> o un "<a href="http://italianmasala.blogspot.it/2014/02/bhaskar-save-e-lagricoltura-non-violenta.html" target="_blank">Gandhi dell'agricoltura non violenta</a>", non si è però fatta mancare un altro figlio impegnato nella stessa direzione.<br />
Solo che in questo caso siamo di fronte ad un maestro di scuola in pensione - Chandran Master - che si preoccupa del mondo animale.<br />
E che si è inventato una specie di Arca di Noé degli animali da cortile, in particolare le mucche, che significano così tanto nella cultura indiana.<br />
<br />
Chandran Master "colleziona" razze bovine autoctone da 25 anni.<br />
Le raccoglie nella sua fattoria in Kerala, piena zeppa anche di altri animali - galline, capre, pesci negli stagni della proprietà - per conservare, per quanto si può, la memoria delle razze tipiche allevate da sempre nelle campagne indiane, oggi ormai quasi del tutto soppiantate dalle razze ibride importate, che producono più latte, almeno nel breve periodo.<br />
<br />
In un paese in cui più del 70% della popolazione vive nei circa 600 mila villaggi rurali, l'economia locale non può prescindere dall'allevamento. Un allevamento che tiene in grande considerazione i bovini, utili per produrre il latte e i derivati, e per lavorare la terra. Si sa che fin dall'antichità la vacca in questa cultura rappresenta quanto di più prezioso e straordinario la natura abbia potuto generare. Fornisce i 5 prodotti cardine dell'economia contadina: latte, burro, ghee, sterco e urina, ma rappresenta anche simbolicamente la casta brahmanica, che la utilizza nel culto.<br />
La vacca sacra (<i>Kamadhenu</i>) è simbolo di abbondanza e persino i poeti, come Premchand, hanno cantato il momento del ritorno a casa, al tramonto, delle vacche dal pascolo, in quell'ora magica fatta di luce ambrata e polvere sospesa che ha preso il nome di "godhuli". <br />
Bisogna pensare inoltre che in un paese in larga parte vegetariano, il latte rappresenta un nutriente fondamentale nella dieta quotidiana. Circa il 60% delle proteine animali provengono infatti dal latte e dai derivati.<br />
<br />
L'India però, al pari dell'occidente in corsa verso lo sviluppo, sta velocemente perdendo la propria biodiversità, sia in fatto di varietà vegetali, che animali. Tant'è che Chandran Master, come un ribelle fuorilegge, ha dovuto raccogliere le razze bovine indiane in estinzione mettendosi apertamente contro lo stato del Kerala che ne vietava l'allevamento e la riproduzione a partire da una legge del 1961.<br />
Comunque. <br />
In questo bel video di <a href="http://www.thesourcefilm.org/" target="_blank">The Source Project</a>, Chandran Master ci porta nella sue fattoria a vedere quello che ha realizzato. Un'oasi verde dove diverse specie autoctone di mucche quasi estinte altrove, pascolano indisturbate. Il suo assistente e amico d'infanzia, Thomas, lo aiuta nella routine quotidiana. Una mucca <i>Vechur</i> del Kerala - la mucca più piccola del mondo secondo il Guinness dei primati, dato che misura solo 82 cm di altezza, se ne va a cercare qualcosa di buono da brucare, magari qualche foglia di papaya o di banano. Non ha bisogno di nulla di più e il giorno dopo restituirà circa 2 litri di latte dalle proprietà medicinali - sostiene il maestro Chandran, dato che ha potuto cibarsi di molte varietà vegetali utili e ricche di nutrienti.<br />
<br />
Oltre a questa mucca, tante altre (circa 17 specie), che però non rappresentano neppure lontanamente le 111 varietà di vacca autoctona che vivevano in India fino a qualche decennio fa. Il punto è che ora gli allevatori, anche le fattorie più piccole, vengono spinti ad acquistare razze ibride importate perché producono molto più latte. Hanno però bisogno di molto più foraggio, molta più acqua e di cure antibiotiche - ricorda il maestro Chandran, sicché nel breve periodo può sembrare un affare, ma alla lunga le varietà di importazione non sarebbero così convenienti. E certo, non lo sarebbero per la conservazione della biodiversità. E poi, le razze ibride non producono latte più di 4 volte nel corso della loro vita, mentre le indigene lo fanno almeno 10 volte.<br />
Insomma, come sempre si ritorna al problema della poca lungimiranza delle scelte economiche e politiche in favore del profitto. Un profitto che riempie le tasche di chi tiene le redini dell'economia globale agroalimentare, che come sempre non ha volto o lo nasconde dietro un marchio.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="338" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/69017157" webkitallowfullscreen="" width="600"></iframe> <br />
<a href="http://vimeo.com/69017157">The Keralan cowboy</a> from <a href="http://vimeo.com/thesourceproject">the source project</a> on <a href="https://vimeo.com/">Vimeo</a>.Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-863723839377741542014-12-23T14:55:00.000+01:002014-12-23T16:18:06.503+01:00Buon Natale di luce!<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMskVbExx8xCzX4A0UsB_jC3Ho8firEtNiwwOGtE6-hD1nYcK_Irvw3zxClZ1wXPKopyY5D5hB2P5v4I8FjIDIWoVbC2Is4KBaZvewnRSdP-zQbmQombYFpRnfLijv8JErofSaZ-Ctqmg/s1600/IMG_4468.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMskVbExx8xCzX4A0UsB_jC3Ho8firEtNiwwOGtE6-hD1nYcK_Irvw3zxClZ1wXPKopyY5D5hB2P5v4I8FjIDIWoVbC2Is4KBaZvewnRSdP-zQbmQombYFpRnfLijv8JErofSaZ-Ctqmg/s1600/IMG_4468.JPG" height="426" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Grotte di Saspol - Ladakh</td></tr>
</tbody></table>
E' tanto che non scrivo nulla su Italian Masala.<br />
A volte si ha bisogno di spazio per altre esperienze, a volte si è pigri o semplicemente si concentrano gli sforzi e si risparmiano le energie.<br />
L'India in tutte le sue sfumature fa sempre parte di me: è ancora il mio grande "progetto".<br />
Conoscerne un pezzetto in più, approfondire la conoscenza di paesaggi noti o vederli da un diverso punto di vista è sempre la cosa più sorprendente e meravigliosa che possa fare.<br />
<br />
L'India colorata e caotica, <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2014/02/bhaskar-save-e-lagricoltura-non-violenta.html" target="_blank">quella non violenta</a> e quella dei <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2014/04/piccole-donne-crescono-in-rajasthan.html" target="_blank">contrasti dolorosi</a>; l'<a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/10/di-terra-e-dacqua-le-donne-di-bassi.html" target="_blank">India hindu</a> e <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2014/08/gompa-del-ladakh.html" target="_blank">quella buddhista</a>. Le cento braccia aperte e accoglienti e quelle che brandiscono armi prodigiose.<br />
Gli occhi di <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/11/lamore-secondo-il-buddhismo.html" target="_blank">Siddharta</a>, persi nel vuoto dell'Illuminazione e il sorriso di <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2012/11/madre-natura.html" target="_blank">Durga</a> quando trafigge il Male del Mondo. Il caldo speziato che infuoca la lingua, la neve dei <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2014/07/juley.html" target="_blank">passi himalayani</a> e la polvere gialla delle pianure. <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/06/india-quotidiana.html" target="_blank">Cemento</a> e catrame, cimbali e clacson, e il <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013_02_01_archive.html" target="_blank">fischio dei treni</a> che cuce insieme tutti gli estremi. Tutto questo è ancora il mio paesaggio interiore.<br />
<br />
Accendo per lui una luce e vi auguro buon Natale!Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-9371236155900127432014-09-07T16:29:00.000+02:002014-09-07T20:50:15.798+02:00Kalachakra ritratti<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="338" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/104095680" webkitallowfullscreen="" width="600"></iframe> <br />
<a href="http://vimeo.com/104095680">Kalachakra</a> from <a href="http://vimeo.com/elisachiodarelli">Elisa Chiodarelli</a> on <a href="https://vimeo.com/">Vimeo</a>.<br />
Una delle grandi opportunità nel partecipare al Kalachakra 2014 a Leh è stata la possibilità di vedere tante persone meravigliosamente diverse tutte riunite nello stesso posto.<br />
Ricordo che la mattina, andando a piedi verso il teaching ground per assistere agli insegnamenti del Dalai Lama e poi all'iniziazione, mi prendeva una specie di "febbre da ritratto": c'erano così tante persone incredibili da osservare, tutte in movimento e tutte - quasi - inafferrabili :-)<br />
Allora lasciavo andare avanti i miei compagni di viaggio e mi appostavo dove mi sembrava di poter essere in posizione più favorevole per poterne riprenderne qualcuno.<br />
Un bagno di umanità davvero indimenticabile!<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVV1vaDv2t0J8JmbouwTKswV6dn9-SPtny85-MAcZSJE0wjXQFE_PAQGe5h4xYanRw-uho-CgrkQvRuj1LCTcBKQTh2VexVhs68osqjkitTbilBE64x9yASGFXffra8k9FxVdi2K6eztg/s1600/IMG_4565.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVV1vaDv2t0J8JmbouwTKswV6dn9-SPtny85-MAcZSJE0wjXQFE_PAQGe5h4xYanRw-uho-CgrkQvRuj1LCTcBKQTh2VexVhs68osqjkitTbilBE64x9yASGFXffra8k9FxVdi2K6eztg/s1600/IMG_4565.JPG" height="426" width="640" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigDmDfSnd6696B5fNAKJ1S1itff-8mozvvfUIhm9nLGOg6sKduzdC12TMq6X5Z2OHD3US3g4paByEY2X7O5VTMpMpLWidIwM1CH1keVwWKdVlBONLfC8L4svi_N33xCw9GLv6sHWaCMIc/s1600/IMG_4558+copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigDmDfSnd6696B5fNAKJ1S1itff-8mozvvfUIhm9nLGOg6sKduzdC12TMq6X5Z2OHD3US3g4paByEY2X7O5VTMpMpLWidIwM1CH1keVwWKdVlBONLfC8L4svi_N33xCw9GLv6sHWaCMIc/s1600/IMG_4558+copia.jpg" height="420" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGsRZxBZ3KIh05CxsWvRmEsOAKIUcVbtwY_FAObWZtkKFjr1boEwbeZRK4fETxytkU6f7zkC9GSJKkvf8f60VL8FnWDd6ci3NaA6HMHycLO3eX7kq0dkG2ujH8wdrLCskwgxY9-r9ns58/s1600/IMG_4571+copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGsRZxBZ3KIh05CxsWvRmEsOAKIUcVbtwY_FAObWZtkKFjr1boEwbeZRK4fETxytkU6f7zkC9GSJKkvf8f60VL8FnWDd6ci3NaA6HMHycLO3eX7kq0dkG2ujH8wdrLCskwgxY9-r9ns58/s1600/IMG_4571+copia.jpg" height="468" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUilybGW28vtuiLrW4ly8eEEG1O0dYVigw3ZRBG9cd5InQjkHWMwgIk3ojff7AWNm5f4EMgnN0WCPvvflF4zBmXveXTQfPq5f0ZDCEOmIB8oOgL3_QGPH-jghHX_tfmvYLdQT4rp2w82E/s1600/IMG_5272.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUilybGW28vtuiLrW4ly8eEEG1O0dYVigw3ZRBG9cd5InQjkHWMwgIk3ojff7AWNm5f4EMgnN0WCPvvflF4zBmXveXTQfPq5f0ZDCEOmIB8oOgL3_QGPH-jghHX_tfmvYLdQT4rp2w82E/s1600/IMG_5272.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-81141146962976306672014-08-15T17:31:00.001+02:002014-08-15T17:32:45.266+02:00Kalachakra 2014<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9RlnSF4as_w2n8onmuBHM098DF2phNSsw0LyTrMCvx2wmsH_3o2mjUJ55OB4XJ1KS-Q8gJpxYSnIIpgZ3t5TfDA1K8VAM2N4bY2h0iUTirPw3I9dI4655XaswoQ5ADfj_idkj7_YSk0I/s1600/IMG_5704.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9RlnSF4as_w2n8onmuBHM098DF2phNSsw0LyTrMCvx2wmsH_3o2mjUJ55OB4XJ1KS-Q8gJpxYSnIIpgZ3t5TfDA1K8VAM2N4bY2h0iUTirPw3I9dI4655XaswoQ5ADfj_idkj7_YSk0I/s1600/IMG_5704.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
Kalachakra significa letteralmente "ruota del tempo". E' la ruota del samsara, dentro cui ognuno di noi nasce e cresce e più o meno consapevolmente conduce un'esistenza fatta di stati emotivi instabili, sofferenza e illusione sulla vera natura della realtà.<br />
Detta così sembra una visione pessimistica e abbastanza misteriosa…<br />
Ma se pensiamo a come va il mondo o almeno la parte visibile e di superficie, forse non è un'interpretazione così lontana dalla realtà. Comunque.<br />
Partecipare al <a href="http://ladakhkalachakra2014.com/" target="_blank">Kalachakra a Leh</a>, Ladakh, ha significato farsi carico di questa visione e provare ad innescare il processo inverso.<br />
Perché i movimenti della ruota del tempo non trascendono necessariamente la nostra possibilità di scelta, ma ci invitano ad un tentativo.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEZ0XzSdw-YI4bcMB2K61bTyzI-5Ei_DZnzLQyGVjbNReAJKjZK46Yj_uh5VFIzrfrRPtgwcASSW0ZSzs7HXi6Re8ydXHpwFckOwVl7tpOAYrJeYvkGObAAA4fjMLWZw6ePltDObwaGks/s1600/IMG_5705.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEZ0XzSdw-YI4bcMB2K61bTyzI-5Ei_DZnzLQyGVjbNReAJKjZK46Yj_uh5VFIzrfrRPtgwcASSW0ZSzs7HXi6Re8ydXHpwFckOwVl7tpOAYrJeYvkGObAAA4fjMLWZw6ePltDObwaGks/s1600/IMG_5705.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
Il Kalachakra è un rituale di iniziazione celebrato dal Dalai Lama, che mira alla pacificazione e al riequilibrio di infinitamente grande e infinitamente piccolo; universo e mente, in cui si annullano gli opposti nella vacuità dell'attimo presente.<br />
E' un percorso meditativo che ognuno dei partecipanti - che possono essere centinaia di migliaia, a differenza di altri tipi di iniziazione, possibili solo per pochi - compie attraverso il mandala di sabbia colorata costruito dai monaci durante i giorni di preparazione.<br />
Questo mandala - un diagramma che attraverso le sue geometrie e le sue corrispondenze rappresenta l'universo della mente - raccoglie tutti gli insegnamenti che lo stesso Buddha Shakyamuni avrebbe trasmesso nella notte dei tempi. <br />
E i partecipanti sono invitati a rivivere questi insegnamenti attraverso visualizzazioni, pratiche specifiche, mantra e meditazione. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzVhIRIS7RENV8HDcl0zShsUcNbWMPeu7O9WFBlzyinEN0X1ySLfe84Jk6XR7EiwKJVOrLfxJ52Sy-TkgP7ofooBfXIwB-x_0mmRgcypEUNjYxQaDBHMTzFPdGVLqxlX5t3wGxd2uowmc/s1600/IMG_4854.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzVhIRIS7RENV8HDcl0zShsUcNbWMPeu7O9WFBlzyinEN0X1ySLfe84Jk6XR7EiwKJVOrLfxJ52Sy-TkgP7ofooBfXIwB-x_0mmRgcypEUNjYxQaDBHMTzFPdGVLqxlX5t3wGxd2uowmc/s1600/IMG_4854.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
La storia narra che Buddha, su invito del re di Shambala, si recò nella capitale di questo regno favoloso nell'India meridionale per trasmettere gli insegnamenti di liberazione suprema. Il Buddha si manifestò al re nell'aspetto della divinità Kalachakra in unione con la consorte Vishvamata, e trasmise questa iniziazione e il relativo insegnamento esoterico. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtqkqejljupRmUN6mlgycrwqnpqu3nPsjjtpehg7VRBKi5U929KFqCGXzGm2EnpM3j3hLBgx8BNvXpfxNsBVTo6P37-460kOOPP8_gh2aVZKb7p6wnefnuCcRIFnl0hxjfaaF4C6DBjA0/s1600/IMG_4857.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtqkqejljupRmUN6mlgycrwqnpqu3nPsjjtpehg7VRBKi5U929KFqCGXzGm2EnpM3j3hLBgx8BNvXpfxNsBVTo6P37-460kOOPP8_gh2aVZKb7p6wnefnuCcRIFnl0hxjfaaF4C6DBjA0/s1600/IMG_4857.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Shambhala" target="_blank">Shambala</a> è una terra misteriosa, abitata da illuminati dediti alla resurrezione spirituale dell'umanità. Un luogo mitico di pace e felicità, una congrega di menti superiori, che attendono il momento opportuno per intervenire in soccorso di tutti gli esseri senzienti. <br />
Una delle ragioni per cui il Dalai Lama conferisce periodicamente l’iniziazione di Kalachakra si trova nella profezia secondo cui coloro che la ricevono rinasceranno durante il regno del XXV re di Shambala, pronti ad ottenere la completa illuminazione grazie alla pratica di meditazione di questo Tantra.<br />
Sembra infatti che tutti coloro che hanno ricevuto questa iniziazione speciale faranno parte dell'esercito di Shambala, che salverà il mondo trasformandolo in un luogo di pace.<br />
Nel corso dei secoli, avventurieri e sognatori hanno cercato questo regno, esplorando i territori montuosi del Tibet o percorrendo le valli himalayane. Ne sono nati resoconti di viaggio e romanzi d'avventura che mescolano geografia, mito e narrativa.<br />
Ad ogni modo l'attuale Dalai Lama ha conferito l'iniziazione di Kalachakra già 33 volte dal 1954, per facilitare la connessione mistica con Shambala, diffondere il più possibile il suo messaggio di pace e unificazione o perlomeno spargere semi karmici positivi nella vita tutti coloro che partecipano.<br />
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In pratica l'Iniziazione di Kalachakra di Leh si è svolta durante dieci giorni di immersione totale nella dottrina buddhista tibetana, tre giorni di insegnamenti di Sua Santità, altri tre di iniziazione vera e propria, oltre ai giorni di preparazione, preghiere, costruzione del mandala di sabbia. 160 mila le <br />
persone
presenti, di cui 9.000 monaci, 6.000 stranieri e migliaia di famiglie
provenienti dai quattro angoli dell'Himalaya per partecipare a questa
gigantesca cerimonia di pace.<br />
9.000 volontari - sia ladakhi che stranieri - per registrare i pellegrini, coordinare i programmi della giornata, distribuire il tè e il pane (a tutti e 160 mila!), assistere e accompagnare.<br />
Più di un migliaio di tende per accogliere i pellegrini provenienti dalle zone più lontane, come Zanskar, Changthang, Nubra e Sham.<br />
Una carovana infinita di umanità, che ogni mattina presto, con il sole ancora obliquo dietro alle cime attorno alla valle di Leh, si metteva in cammino e poi in fila per accedere al "teaching ground" uno spazio aperto, attrezzato per l'occasione.<br />
E di nuovo in fila (chilometrica!) per ammirare il mandala di sabbia durante gli ultimi due giorni di Kalachakra, prima che venisse distrutto, ovvero trasformato e restituito al fiume.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJeSo_rRvUNRiRpl7W7MGurJH18WpPpmQDZpFJMXCCSVMkrK5HKhiAJY7d7PRjVB71QPW1iwR7tDYiNVhcPjAYfNjxL7Z-ZtLLlmKTU8FQG6ux0bBfynQ5vipol4oJRa4gzPDdzv_hQT8/s1600/IMG_5416.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJeSo_rRvUNRiRpl7W7MGurJH18WpPpmQDZpFJMXCCSVMkrK5HKhiAJY7d7PRjVB71QPW1iwR7tDYiNVhcPjAYfNjxL7Z-ZtLLlmKTU8FQG6ux0bBfynQ5vipol4oJRa4gzPDdzv_hQT8/s1600/IMG_5416.JPG" height="614" width="640" /></a></div>
<br />Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-5399705373456285062014-08-03T16:23:00.001+02:002014-08-03T16:24:44.861+02:00Gompa del Ladakh<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="337" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/102344193" webkitallowfullscreen="" width="600"></iframe> <br />
<a href="http://vimeo.com/102344193">GOMPA</a> from <a href="http://vimeo.com/elisachiodarelli">Elisa Chiodarelli</a> on <a href="https://vimeo.com/">Vimeo</a>.<br />
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Ecco un altro frammento di questo viaggio bellissimo fatto sul tetto del mondo...<br />
Una delle mete quotidiane sono stati i Gompa, i monasteri buddhisti appartenenti alle diverse scuole e lignaggi, sparsi attorno a Leh, la capitale del Ladakh.<br />
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I Gompa rappresentano quello che nella nostra Europa medievale furono le Abbazie: centri religiosi e di amministrazione economica del territorio più o meno potenti, completamente autonome o inserite all'interno di una 'diocesi'.<br />
A capo dell'abbazia c'era (e c'è ancora) un abate, in genere un reincarnato, un <i>tulku</i>, importanti maestri "risvegliati" del passato che, grazie alla infinita compassione per tutti gli esseri senzienti, decisero di non isolarsi nell'estinzione di coscienza del nirvana, ma di continuare a rinascere proprio per aiutare il prossimo sulla via della liberazione.<br />
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All'interno delle sale del monastero sono in genere appesi i ritratti dell'abate - eventualmente scomparso - e della sua reincarnazione attuale, di solito un bel bambino dallo sguardo sveglio. Da questo bambino deriva il prestigio dell'intera comunità monastica…<br />
Avvicinare i villaggi in cui sono costruiti i Gompa è di per sé un'esperienza estetica.<br />
Sembrano giganteschi formichieri a dieci piani, costruiti sulla sommità di colline di polvere gialla, spesso al centro del lago verde di un'oasi di montagna.<br />
A volte non si vedono immediatamente: serve un momento di concentrazione per individuare la cittadella del Dharma aggrappata alla costa della collina, svettante sopra i campi di orzo e gli alberi di albicocche.<br />
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La sua organizzazione interna ruota attorno alla grande sala centrale destinata alle adunate dei monaci e ai riti da celebrare collettivamente. E' qui che si realizza pienamente il 'terzo dei tre gioielli' ovvero il Sangha, la comunità (gli altri due 'gioielli': Dharma e Buddha).<br />
Il resto del complesso monastico è costituito dai collegi di istruzione, che servono alla preparazione dei novizi e dei monaci; le sale per le celebrazioni liturgiche minori; la biblioteca, i locali di servizio (cucine, refettorio, magazzini, ecc.); gli ambienti che ospitano i monaci residenti e gli ostelli che accolgono quelli in visita.<br />
Accanto allo studio dei testi liturgici, dogmatici ed esoterici con i relativi commentari, i monaci si dedicano anche all'approfondimento delle materie ausiliarie: logica, dialettica, retorica, ma anche medicina, astronomia, disegno, ecc.<br />
Nel cortile centrale a volte si svolgono le dispute filosofiche: dato un argomento, i monaci più capaci a turno vengono invitati ad affrontare un vero e proprio duello dialettico in cui devono dar prova di erudizione, perspicacia e prontezza di spirito.<br />
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In queste immagini che vi propongo assistiamo ad una celebrazione liturgica svolta nella sala principale del monastero di Hemis, cittadella monastica del lignaggio Drukpa, corrente della scuola Kagyu - i Berretti Rossi.<br />
Il Gompa risale all'XI secolo, quando passarono di qui alcune delle figure più brillanti della storia del buddhismo vajrayana: i maestri Naropa e Tilopa si incontrarono per discutere i 24 compiti che avrebbero realizzato la vacuità di tutte le cose. Chissà, probabilmente si sedettero sulle rocce dorate attorno al primo nucleo del monastero, contemplando il vuoto limpido di queste valli che fa da eco a quello che ciascuno di loro (e di noi) può trovare in sé ed in ogni manifestazione del samsara… <br />
Le altre immagini sono un patchwork dei paesaggi su cui tornerò nei prossimi post.Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-55035406329858277442014-07-22T19:42:00.003+02:002014-07-22T21:23:29.057+02:00Juley!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRpzYsLjE8SGBT_uGtlWVHG2-p6kU36O_dajjsSNFS02jZsAhcb92fjoqczuG2Wywz-UWm36_TpIQjOM-dQ63niaV0kPrSNXB2NzEWTuNDUVLVoEOCaiM8PJnMhD4j7zWv82AEuLAmcX0/s1600/IMG_5959.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRpzYsLjE8SGBT_uGtlWVHG2-p6kU36O_dajjsSNFS02jZsAhcb92fjoqczuG2Wywz-UWm36_TpIQjOM-dQ63niaV0kPrSNXB2NzEWTuNDUVLVoEOCaiM8PJnMhD4j7zWv82AEuLAmcX0/s1600/IMG_5959.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
Eccomi di ritorno dal Paese degli Alti Passi con molte immagini ancora vive negli occhi, molta curiosità e interesse per quello che ha da raccontare e con una enorme gratitudine per aver potuto partecipare al Kalachakra tenuto dal Dalai Lama.<br />
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E' stato un viaggio molto intenso in un'India insolita per me, abituata alle pianure, alla folla della città, al traffico brulicante dei suoi mercati e ai colori al neon di un paese che vuole andare sempre più veloce (e che ti prega di suonare il clacson* se vuoi tentare di dribblarlo e arrivare per primo).<br />
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E' stato un viaggio condiviso con tante altre persone, che come me volevano ascoltare gli insegnamenti dell'Oceano di Saggezza e partecipare all'iniziazione del Kalachakra - mentre i monaci dalle dita di formica costruivano un universo di perfezione geometrica (il Mandala) con poche manciate di sabbia colorata.<br />
Attorno, centosessantamila persone facevano girare a man destra i mulini della preghiera, incisi nella polvere della valle di Leh che sale a spirali fino ai picchi di pietra sfogliata tutto attorno.<br />
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In fila una dopo l'altra, le isole smeraldo delle oasi abitate: i villaggi di Bazgo, Alchi, Hemis, Lamayuru, dove eremiti meditanti e bodhisattva arcobaleno si fermarono per permettere la costruzione di termitai di sabbia e legno, che custodiscono ancora oggi gli spiriti ricoperti d'oro dei suoi demoni dalle fauci spalancate.<br />
Le donne, con i capelli neri intessuti di peli di yak e i turchesi alle orecchie, mormorano davanti alle loro statue - Om mani padme hum - e appoggiano la testa sulle ginocchia, invocando la loro infinita compassione.<br />
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L'Indo, oggi come cinquemila anni fa, corre e scava, si curva, ruggisce e si infrange; guarda dal basso le altezze frastagliate delle montagne e ogni tanto regala qualche goccia ai chicchi di orzo nei campi lungo la sua strada.<br />
Una sinfonia di colori scandisce il suo pentagramma: rocce malva fiorite di cristalli, striature verdi come i ricordi di cascate scroscianti di altre epoche, torrioni color della luna, gole ardesia che si sbriciolano al vento. La geologia in Ladakh è un imperativo tagliente.<br />
Segna il paesaggio come i visi dei suoi abitanti.<br />
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Allora partiamo per questo Viaggio, a passi corti e respiri profondi.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzB0K_Gx2qYFx2CPnzPAoyktxeQoGHa8S4c4hc4Mrz6tRM_us9aHPnSz4TWC4zx6qcFKYVWnIIHNXSEam7MDXZ62OKFwPW-4u1g_w54-MBBTJ36QNCjxprvBfdt8JxZ8ZiOVole_LVx1M/s1600/IMG_4531.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzB0K_Gx2qYFx2CPnzPAoyktxeQoGHa8S4c4hc4Mrz6tRM_us9aHPnSz4TWC4zx6qcFKYVWnIIHNXSEam7MDXZ62OKFwPW-4u1g_w54-MBBTJ36QNCjxprvBfdt8JxZ8ZiOVole_LVx1M/s1600/IMG_4531.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
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*Curiosamente, in India i mezzi pesanti hanno dipinta sui parafanghi la scritta "blow horn", suonate il clacson :)Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-30221621300580869572014-06-26T14:38:00.001+02:002014-06-26T14:38:44.842+02:00In Ladakh per il Kalachakra<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRPDdXuYHsCc6jtVhxkV5VOqF14Hcbr2nbyIDm_mvEi1mTqPbGs7B1Z8t_8WDyhOQIdyYp8Wp9RnOdXgzkQFVYZwNVXezKiwsF4kI4-YEToPVN8cCJSJuRPrZMwBnN-qTOUnCeYVTtD3k/s1600/welcome.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRPDdXuYHsCc6jtVhxkV5VOqF14Hcbr2nbyIDm_mvEi1mTqPbGs7B1Z8t_8WDyhOQIdyYp8Wp9RnOdXgzkQFVYZwNVXezKiwsF4kI4-YEToPVN8cCJSJuRPrZMwBnN-qTOUnCeYVTtD3k/s1600/welcome.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
Insomma, eccoci.<br />
Tra pochi giorni sono di nuovo in partenza: destinazione India, ovviamente!<br />
Questa volta però ho deciso di viaggiare attraverso una terra che ancora non ho mai visto: il Ladakh.<br />
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Erano anni che speravo di poterci andare e adesso sembra proprio che le opportunità e le condizioni mi indichino quella direzione.<br />
Saranno stati forse gli incontri con il buddhismo, che in quella parte di Tetto del Mondo è ancora così vivo e presente; la partecipazione agli insegnamenti del <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2012/06/om-mani-padme-hum.html" target="_blank">Dalai Lama</a> di due anni fa, la visita ad una <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2012/07/khandro-la.html" target="_blank">Dakini</a> e il viaggio in Francia ad ascoltare le parole della monaca <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/11/the-samsara-club.html" target="_blank">Robina Courtin</a>... fatto sta che per questo giro di giostra ho scelto una terra che è intrisa nel più profondo di queste presenze.<br />
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In questo 2014 poi c'è una ragione in più per andare in Ladakh, cioè la celebrazione a Leh del <a href="http://ladakhkalachakra2014.com/" target="_blank">Kalachakra,</a> alla presenza del Dalai Lama.<br />
Il Kalachakra (lett. Ruota del Tempo) è una grande celebrazione tenuta l'ultima volta nel 2011, che comprende alcuni giorni di insegnamento da parte del Dalai Lama, danze, preghiere, un rito speciale di iniziazione, benedizione e purificazione e la costruzione di un grande mandala di sabbia destinato - come tutte le cose - ad essere distrutto, ovvero a trasformarsi.<br />
Dato che si tratta di un evento molto importante, è prevista la presenza di centinaia di migliaia di pellegrini (come me), molto probabilmente più di 100 mila.<br />
Tutti insieme per celebrare la nostra transitoria presenza su questa meravigliosa inestimabile terra, che ci accoglierà in uno dei luoghi più sospesi e brillanti, per regalarci un'altra opportunità.<br />
Questo è quello che spero.<br />
Al mio ritorno, spero anche di potervi raccontare ancora tante nuove storie.<br />
Om mani padme hum :-)Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-7782832330606566942014-05-11T16:20:00.001+02:002014-05-11T16:20:18.930+02:00buona festa della mamma<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVMavR2TJ5XEP4wOddpk6fRGGuUAJsp_A3CgexTdS6F-bM4g58FXUFWu2r83ji1OoF5eoH-8aTTvqUvHj5LKMg5CB-WdMxyfnlE4NyIKT2csnXXGAfKjdF2_YHDXkJRMnUBm_08nUyBTY/s1600/procession+copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVMavR2TJ5XEP4wOddpk6fRGGuUAJsp_A3CgexTdS6F-bM4g58FXUFWu2r83ji1OoF5eoH-8aTTvqUvHj5LKMg5CB-WdMxyfnlE4NyIKT2csnXXGAfKjdF2_YHDXkJRMnUBm_08nUyBTY/s1600/procession+copia.jpg" height="428" width="640" /></a></div>
Buona festa della mamma...<br />
non ci sono feste più superflue di quelle dedicate alle donne (nei loro vari ruoli), che avrebbero bisogno invece di una considerazione quotidiana.<br />
Comunque.<br />
Ad accompagnare questa piccola tappa annuale, una vecchia foto scattata a Palitana, in Gujarat, che racconta il passaggio di un ragazzo jain verso l'iniziazione religiosa.<br />
Per questo, vestito da principe e seduto su una carrozza d'argento, rinuncia a tutte le ricchezze terrene - letteralmente le dona, le regala - denaro, gioielli, riso e dolciumi, per liberarsi dall'effimero e dedicarsi alla ricerca spirituale.<br />
Sua madre, seduta dietro di lui, affronta con orgoglio e una punta di malinconia la rinuncia suprema...Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-80914206235168544862014-05-04T22:41:00.000+02:002014-05-04T22:43:00.384+02:00Kulfi al pistacchio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIzVRZv4sxGLB5M4Cts7l5gKlTCPz_n63_YksXflhP7L_ESVv2ELy1tAATPfEwKxH5b_3i0RmEVedU-BEpsJKmIgPbLP0qIoU6Uk9d-qp2rC8LN36dUIhyphenhyphennQuRFceC2xF_GGIc7wICAWc/s1600/IMG_4122.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIzVRZv4sxGLB5M4Cts7l5gKlTCPz_n63_YksXflhP7L_ESVv2ELy1tAATPfEwKxH5b_3i0RmEVedU-BEpsJKmIgPbLP0qIoU6Uk9d-qp2rC8LN36dUIhyphenhyphennQuRFceC2xF_GGIc7wICAWc/s1600/IMG_4122.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
Quando mi prende la nostalgia dell'India, la prima cosa che mi viene in mente di fare, per compensare, è di cucinare qualcosa di buono. Qualcosa di molto indiano, anche solo un chai. In effetti tutta l'esperienza indiana può stare dentro ad un sapore in particolare, tanto quanto la Recherche sta dentro al ricordo di una piccola dorata madeleine…<br />
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Ma siccome è arrivata finalmente la stagione giusta, ho deciso di provare la ricetta del kulfi - una specie di gelato versione indiana, perfetto per la stagione estiva. <br />
Si può fare in tante diverse varianti: mandorle, pistacchio, mango.<br />
Qui vi propongo una versione in cui si combinano i gusti della mandorla e quello del pistacchio, una specie di incontro siculo-indiano sul tema dei dolci...<br />
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Ma ecco la ricetta (per 6 persone):<br />
1 lt. di latte intero<br />
1 lt. di latte di mandorle<br />
1 tazza di panna fresca (opzionale)<br />
2 cucchiai di zucchero<br />
5-6 bacche di cardamomo<br />
zafferano in polvere o in stimmi<br />
1 cucchiaio di maizena<br />
tre cucchiai di pistacchi tostati e poi tritati<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihoPdPtCysfkCQK22GONUAzwsI18FR2f4at9S7frhA7RNWEoESOHfcuisaHEbf-0WDFPeHIoLVLiowhsZ3EOn9-dAzk9Pq0SKdQC5peY2Drc2vs_z7Nbvxp5limEG1Be_vIEqvPDn8SIo/s1600/IMG_4113.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihoPdPtCysfkCQK22GONUAzwsI18FR2f4at9S7frhA7RNWEoESOHfcuisaHEbf-0WDFPeHIoLVLiowhsZ3EOn9-dAzk9Pq0SKdQC5peY2Drc2vs_z7Nbvxp5limEG1Be_vIEqvPDn8SIo/s1600/IMG_4113.JPG" height="436" width="640" /></a></div>
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Mescolate i diversi tipi di latte e la panna (se la utilizzate: io no, per via dei sensi di colpa…). Parentesi: se fate qualche ricerca in rete, troverete che alcune ricette utilizzano il latte condensato in lattina, che di solito è della Nestlé. Io ho preferito il latte fresco (e poi la Nestlé non mi sta così simpatica), ma se ci provate, sappiatemi dire come viene :-)<br />
Mettete i liquidi in una padella larga e abbastanza fonda, sul fuoco, a aggiungete i semini interni del cardamomo.<br />
E qui comincia la parte più noiosa, perché bisogna mescolare e mescolare e mescolare. Potete utilizzare questi 40 minuti circa per ascoltare musica e canticchiare, per discutere del tempo al telefono con vostra madre o per farvi ripetere la lezione di storia da vostra figlia - se l'avete...<br />
Quando i liquidi si sono ridotti della metà e sono diventati sciropposi, è il momento di aggiungere lo zucchero (attenzione: meglio assaggiare prima, perché il latte di mandorla è già dolce, e quindi regolatevi in base al vostro gusto personale), lo zafferano e la maizena sciolti in un goccio di latte, i pistacchi tostati già tritati. <br />
Mescolate ancora un po' per permettere alla maizena di addensare ulteriormente il kulfi.<br />
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Spegnete il fuoco e fate raffreddare 10 minuti. Trasferite il kulfi dentro a delle coppette. Quando è tiepido, coprite con una pellicola in modo che stia a contatto con la superficie del liquido; questo dovrebbe aiutare ad impedire la formazione dei cristalli di ghiaccio. Mettete in freezer per almeno 4 ore.<br />
Io ho mescolato, di tanto in tanto i kulfi, così che alla fine, la crema gelata fosse più omogenea.<br />
Si può servire decorato con altri pistacchi o come vi suggerisce la fantasia.Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-80373726850421125232014-04-26T19:59:00.000+02:002014-04-26T20:19:15.339+02:00Piccole donne crescono. In Rajasthan, contro i matrimoni precoci.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidH-pV34qpKrYTrI6JcePPGu2ZiDmsOZZRtyiZSDiNRENbdNTs_RXAUqG3XXK1hNvFAk7Ar_Jnf4w2FKR23HkvyIUC3YmGXN5E0d_qzt7EMRzhxys0ejm4uzbLKV10-ByuOUdQ4XrD20U/s1600/IMG_3036.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidH-pV34qpKrYTrI6JcePPGu2ZiDmsOZZRtyiZSDiNRENbdNTs_RXAUqG3XXK1hNvFAk7Ar_Jnf4w2FKR23HkvyIUC3YmGXN5E0d_qzt7EMRzhxys0ejm4uzbLKV10-ByuOUdQ4XrD20U/s1600/IMG_3036.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
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Mother India, si dice, per fare riferimento a questo grande grembo di cultura e civiltà che è ancora il sub-continente indiano.
Ma l'India purtroppo non tratta sempre bene le sue figlie.<br />
<br />
In questi ultimi mesi, credo che tutti noi, anche qui in Italia, abbiamo avuto notizie di violenze contro le donne. Che hanno lasciato cicatrici profonde e che per fortuna non sono passate inosservate. Anzi.<br />
<br />
La società civile indiana si è mobilitata contro una cultura ancora troppo sorda e cieca di fronte alle ingiustizie e alle violenze.
Dall'infanticidio femminile, ai casi di mogli oramai 'inutili' sfigurate con l'acido, agli stupri di cui sono vittime le giovani ragazze di città e villaggi, l'India non ha molto di cui vantarsi fin qui.<br />
C'è da dire però che, accanto a queste voragini di inciviltà e violenza, si sta assistendo ad un lento ma inesorabile movimento di ricostruzione.<br />
Le donne, da sole o in gruppi più o meno organizzati, cercano di recuperare, di farsi forti, di resistere.<br />
<br />
Tra i tanti fronti su cui combattono (ricordo che il lavoro è uno dei tanti, me ne sono occupata nel reportage su <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2012/09/mother-india.html" target="_blank">Sewa</a>, il Self Employed Women Association di Ahmedabad), c'è quello della lotta contro la pratica dei matrimoni precoci.<br />
Pensate che ad oggi, ancora un 47% di ragazze in media, si sposa prima dei 18 anni. In Rajasthan, uno degli stati più arretrati dal punto di vista sociale - anche se i fiumi di turisti che lo visitano non se rendono probabilmente conto - la percentuale sale al 56%.<br />
Tanto, no? Troppo.<br />
<br />
Anche il Mahatma Gandhi, che si sposò con la sua Kasturbai a 13 anni, sosteneva con grande fermezza la lotta contro questa forma di violenza, una violenza su degli adolescenti costretti ad un passo così importante, che per le ragazze significa sobbarcarsi la responsabilità di una gestione domestica, gravidanze precoci con problemi di salute e preclusione definitiva da una qualsiasi istruzione.<br />
E allora bisogna avere la forza di dire no. Secondo lo stesso Mahatma, saper dire no è ancor più importante che dire sì.<br />
<br />
Nello stato di Haryana per esempio, è stato varato un programma governativo chiamato "Apni Beti Apna Dhan" (nostra figlia è il nostro tesoro) che offre ai genitori un bonus assicurativo alla nascita di una figlia femmina, che viene riconosciuto solo se la ragazza raggiunge i 18 anni ancora nubile.<br />
In Rajasthan, il <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2010_08_01_archive.html" target="_blank">Barefoot College</a>, una organizzazione nata 40 anni fa grazie a Bunker Roy, lavora nei villaggi poveri e isolati delle campagne, attraverso le <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2010/09/scuole-di-notte.html" target="_blank">Night Schools</a>, scuole notturne che permettono ai bambini - soprattutto alle femmine - di accedere all'istruzione che diversamente sarebbe loro negata. <br />
E come questi due esempi, altre decine di iniziative in tutta l'India, per migliorare la consapevolezza nei genitori e nei ragazzi, di quanto sia importante che i bambini possano rimanere bambini il più a lungo possibile.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="338" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/76348084" webkitallowfullscreen="" width="600"></iframe> <br />
<a href="http://vimeo.com/76348084">Too Young to Wed: Rajasthan</a> from <a href="http://vimeo.com/user13818631">TooYoungtoWed</a> on <a href="https://vimeo.com/">Vimeo</a>.<br />
<br />
Il video che vi propongo (nemmeno 5 minuti, finanziato dal programma '<a href="http://tooyoungtowed.org/" target="_blank">too young to wed</a>' delle Nazioni Unite), dà voce ad alcune di loro (alcune ragazze e un ragazzo), che ci raccontano di come siano riuscite ad evitare il matrimonio precoce e a continuare a frequentare la scuola.<br />
Piccole belle storie di tanti 'no' detti in coro.<br />
<br />Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-54697060054452206122014-03-23T17:49:00.000+01:002014-03-23T17:53:15.848+01:00Libertà da cosa? Jayati Ghosh e l'economia indiana<br />
<iframe width="640" height="360" src="//www.youtube.com/embed/P6cG7UUZq8Y?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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In periodo di elezioni - ricordo che in India si sta svolgendo la campagna elettorale che si concluderà a maggio con le elezioni - vi propongo questa breve intervista.<br />
<br />
Lei è <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Jayati_Ghosh" target="_blank">Jayati Ghosh</a>, economista indiana di fama; professore all'Università di Delhi dove si occupa in particolare di globalizzazione, finanza internazionale, occupazione nei paesi in via di sviluppo, macroeconomia, partecipazione femminile nei processi di sviluppo.<br />
Fa parte di una manciata di organizzazioni che osservano i meccanismi di crescita economica della nuova India e scrive per diversi quotidiani indiani e non (uno su tutti, The Guardian).<br />
Nel 2011 ha ricevuto il premio Decent Work Research della ILO, la I<a href="http://www.ilo.org/global/lang--en/index.htm" target="_blank">nternational Labour Organisation</a>.<br />
Nell'intervista Jayati Ghosh risponde ad alcune domande poste da un giornalista di <a href="http://www.tehelka.com/" target="_blank">Tehelka</a>, la rivista on line fondata nel 2000 da <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Tarun_Tejpal" target="_blank">Tarun Tejpal</a>, famosa per il suo giornalismo investigativo e fuori dal coro.<br />
<br />
Ascoltiamo l'opinione della Ghosh sul senso della libertà oggi in India.<br />
"La libertà della gente è quella che permette loro di scegliere le opportunità per sviluppare il loro potenziale ed è anche quella che permette loro di decidere cosa fare nella/della vita. E questa libertà non viene dal mercato, anzi, normalmente il mercato "libero" te lo impedisce - spiega". <br />
<br />
Secondo l'economista "è quindi il governo che deve garantire o facilitare questa libertà.<br />
Lo si può vedere in India, - continua - che è piena di gente "libera" dalla possibilità di scegliere, "libera" dalla possibilità di avere accesso al vero sviluppo. E il giorno dell'Indipendenza (l'intervista è stata pubblicata lo scorso 14 agosto 2013, anniversario dell'Indipendenza indiana), è un giorno che dovrebbe servire a ricordare quanto ancora rimane da fare nel campo dei diritti di base".<br />
Da che cosa l'India ha ancora bisogno di affrancarsi?<br />
Secondo Jayati Ghosh, la nazione indiana ha bisogno di essere libera dalle sue élites - i suoi gruppi di potere, che negano alla maggioranza della gente l'accesso ai diritti.<br />
Già sentito?<br />
Evidentemente non abbastanza...Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-24832801723660059442014-02-17T14:02:00.000+01:002014-02-18T13:58:57.951+01:00Bhaskar Save e l'agricoltura non violenta<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="338" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/60455576" webkitallowfullscreen="" width="600"></iframe> <br />
<a href="http://vimeo.com/60455576">A Holy Thing</a> from <a href="http://vimeo.com/theperennialplate">The Perennial Plate</a> on <a href="https://vimeo.com/">Vimeo</a>.<br />
<br />
Ho sempre pensato che se potessi avere un pezzo di terra, da coltivare o da usare per il piacere di avere un giardino, considererei questa opportunità come un privilegio.<br />
<br />
Credo che sia un grande onore e una responsabilità possedere la terra, anche se, come diceva il capo nativo americano <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Capo_Seattle" target="_blank">Seattle</a>, "la terra non appartiene agli uomini, sono gli uomini ad appartenerle; (…) Tutte le cose sono collegate. Qualunque cosa succeda alla terra succede ai figli della terra. L'uomo non ha tessuto la trama della vita: egli è un filo. Qualunque cosa egli faccia alla trama, egli lo fa a se stesso." (1852, lettera al Presidente degli Stati Uniti F. Pierce).<br />
<br />
In questo blog ho proposto spesso questo tema: quello della responsabilità dell'uomo nei confronti della terra e dei suoi frutti. L'agricoltura è - credo - uno dei tanti modi per esprimere un pensiero, o rappresentare una cultura.<br />
Ho proposto il punto di vista di <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/07/vandana-e-i-semi.html" target="_blank">Vandana Shiva</a>, scienziata e attivista indiana che viene considerata da alcuni un punto di riferimento lucido e positivo (da Slow Food in particolare) da altri una voce utopica e distorta (leggetevi per esempio il blog di <a href="http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/12/12/gli-ogm-non-sono-sterili-passando-da-vandana-shiva-e-veltroni-a-nanni-moretti/" target="_blank">Dario Bressanini</a> che dà un parere da scienziato sulla questione Ogm) rispetto alla risoluzione dei problemi legati all'agricoltura e alla distribuzione di cibo nel mondo.<br />
In effetti si tratta di un problema molto complesso, fatto di molti fattori interdipendenti: economici, politici, sociali. <br />
Quando posso non manco di chiedere il parere di chi lavora quotidianamente nel mondo dell'agricoltura, o chi se ne occupa come tecnico o ricercatore.<br />
E ogni volta colgo un aspetto che non avevo considerato prima…<br />
<br />
Ma al di là di tutto, penso che il principio, l'idea, l'INTENZIONE che sta sotto alle nostre scelte in qualsiasi campo - anche in agricoltura o semplicemente in cucina -, faccia la differenza.<br />
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In questo video di The Perennial Plate si racconta la storia di <a href="http://www.savesanghavi.com/" target="_blank">Bhaskar Save</a>, il "Gandhi dell'agricoltura indiana". Mister Save, nella sua fattoria in Gujarat, coltiva secondo principi non violenti. E i risultati si vedono, sia sugli uomini che sulla natura.<br />
"Soil means jivan" dice il signor Save, la terra è vita. In una manciata di terra sono contenuti così tanti esseri viventi, che diventa necessario mostrare rispetto e utilizzare la non violenza. <br />
... E se ci arrendiamo all'intelligenza della Terra, potremo crescere radicati come gli alberi.Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-82829729029449618792014-02-02T15:33:00.003+01:002014-02-02T15:35:38.980+01:00Due Indie<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="338" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/15644907" webkitallowfullscreen="" width="600"></iframe> <br />
<a href="http://vimeo.com/15644907">AnimaFoto: India HD</a> from <a href="http://vimeo.com/animafoto">Nelson Porto</a> on <a href="https://vimeo.com/">Vimeo</a>.<br />
<br />
Mettendo un po' il naso di qua e di là nel mondo video (come faccio spesso), mi è capitato di vedere questi due short che parlano di India. Non c'è una storia precisa, sono suggestioni accostate per dare una sensazione e lasciare una traccia sottile, un gusto. Sono entrambi molto ben fatti, ma sono molto diversi.<br />
<br />
Nel primo in alto c'è un'India superlativa: suoni e luci, tramonti psichedelici, il traffico che scorre e il tempo che passa. Turisti, pellegrini, monaci e bambini nel pentolone ribollente del samsara indiano. E' realizzato quasi interamente con un collage di time lapse, che è come se si riportasse la fluidità delle immagini ai suoi singoli frame.<br />
<br />
Il secondo video riapre la giornata là dove il primo l'aveva conclusa.<br />
Un tè prima di partire e poi un'India quotidiana, quella dell'infinitamente piccolo.<br />
Particolari dei particolari: un venditore di pesce, le rotaie della ferrovia, passi e smorfie, le saracinesche ancora chiuse, rifiuti, un cane in mezzo alla strada, la miseria, l'attesa, la polvere.<br />
Tutte le cose che non fotograferemmo mai, ma che entrano ugualmente nel quadro, mentre cerchiamo di evitarle. <br />
E' come se nel primo video ci fosse già anche il secondo, fatto con i ritagli e gli scarti, ma con la stessa compassione.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="338" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/35342632" webkitallowfullscreen="" width="600"></iframe> <br />
<a href="http://vimeo.com/35342632">India Morning. 0642</a> from <a href="http://vimeo.com/redeyefilmco">Red Eye Film Co.</a> on <a href="https://vimeo.com/">Vimeo</a>.Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-1789236970847106822014-01-12T19:07:00.001+01:002014-01-12T19:07:58.206+01:00Il rispetto secondo il Buddhismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg7yAf2hN14W75JYg37bqRZtIs7lZXuQHB8UIuMMedCIS7r-XakVn0254vsc__OURGZC7ci_J3BHo85nLRfhUwvCmwf88hVcRW41xQhV5GuAaWd2xZ_QmyNU5ZeNm4JSEUQtHzrkbf844/s1600/IMG_3792.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg7yAf2hN14W75JYg37bqRZtIs7lZXuQHB8UIuMMedCIS7r-XakVn0254vsc__OURGZC7ci_J3BHo85nLRfhUwvCmwf88hVcRW41xQhV5GuAaWd2xZ_QmyNU5ZeNm4JSEUQtHzrkbf844/s1600/IMG_3792.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
Comincio questo 2014 con un articolo di Robina Courtin, la <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/11/the-samsara-club.html" target="_blank">monaca buddhista</a> di origini australiane che sono andata a sentire in novembre, all<a href="http://www.institutvajrayogini.fr/index.html" target="_blank">'Istituto Vajrayogini</a> di Lavaur, in Francia.<br />
<br />
Credo che chi segue questo blog abbia capito che Robina mi ha colpita profondamente. Forse aveva un modo di esporre e raccontare adatto a me e alle mie orecchie curiose ma al tempo stesso scettiche... fatto sta che mi sembra che quello che dice sia sempre estremamente chiaro e utile. E il tono non è mai troppo pesante, né usa una terminologia troppo difficile.<br />
Insomma, beccatevi anche questo:-) spero faccia bene! <br />
<br />
<h3>
"Se non rispetti te stesso, come puoi aspettarti che lo facciano gli altri?"</h3>
"Ricordo che mia madre mi diceva questa frase, ma io non la ascoltavo. Volevo tanto che gli altri mi approvassero, mi amassero e mi rispettassero, ma non riuscivo a collegare questi bisogni al mio basso livello di autostima. D'altra parte, non sapevo neppure che cosa significasse! Mi sembrava scontato non essere degna.<br /><br />Secondo l'interpretazione buddhista della mente umana, questa è l'ironia dell'ego. Una delle funzioni dell'attaccamento (l'attaccamento è una delle tre principali cause del dolore <i>ndr</i>) è proprio questa insistenza dell'ego nella sua propria insoddisfazione.<br />Non importa ciò che riusciamo a fare, realizzare o sperimentare; a noi sembra che non sia mai abbastanza: che è un altro modo per dire che molto spesso ci concentriamo sui nostri difetti.<br />Anche se desideriamo così tanto l'approvazione degli altri, quando la otteniamo, non riusciamo neppure ad accettarla. Se anche dieci persone dicessero cose positive di noi, noi ci comporteremmo come sordi. Al contrario, basta che una sola persona dica una cosa negativa, che noi ci crediamo subito. Totalmente.<br /><br />
Che cosa dimostra tutto ciò? Che non apprezziamo noi stessi.<br />E' così triste… Invece, ciascuno di noi possiede un tale potenziale di bontà, chiarezza, gentilezza e saggezza - e anche di appagamento.<br />Il problema è che dobbiamo allenarci a pensare in questo modo per controbilanciare quello che secondo Buddha è l'abitudine con la quale nasciamo: bassa autostima, attaccamento, rabbia, tristezza, gelosia.<br />Di sicuro ci capita di arrabbiarci, di parlar male degli altri, di far casino nelle nostre relazioni, di essere gelosi, eccetera, e avremmo bisogno di renderci conto di quel che facciamo. Invece, alla fine, semplicemente ci sentiamo "in colpa". E questo è del tutto inutile: non è così che ci possiamo prendere la responsabilità delle nostre azioni. Al contrario, serve solo a rinforzare la nostra bassa autostima. E per di più, crediamo che questa situazione sia immutabile, che noi siamo proprio così come ci sentiamo.<br /><br />Ma d'altra parte, sappiamo anche fare cose buone: lavoriamo sodo, perdoniamo gli altri, siamo pazienti, proviamo amore e compassione - cose così importanti! Dobbiamo ricordarci ogni giorno, dicendocelo letteralmente, che queste qualità rappresentano ciò che noi siamo veramente. Finché diamo retta ai pensieri distruttivi, rimarremo sempre bloccati.<br />Il nostro attaccamento a quello che gli altri pensano di noi è così determinante nella nostra vita che rappresenta la causa di una buona parte della nostra infelicità. Ed è così tanto difficile da vedere: è la nostra modalità abituale.<br /><br />
Ciò che ci aiuta a diventare più forti e a far crescere ciò che siamo veramente - che è un altro modo di sviluppare il rispetto per sé - è la consapevolezza di ciò che sentiamo e pensiamo. Con il coraggio di seguirlo, senza preoccuparci di quello che gli altri pensano di noi.<br />In altri termini, è più importante renderci conto di quello che succede nella nostra mente che preoccuparci costantemente di quello che succede nella mente degli altri.<br /><br />Mi ha emozionato molto leggere su <i>The Guardian</i> di quella infermiera australiana, Bronnie Ware, che per anni ha lavorato con pazienti in punto di morte, e che ha raccolto le sue esperienze in un libro: <i>I cinque rimpianti più grandi di un morente. </i><br />Racconta che il rimpianto più grande è: "mi sarebbe piaciuto aver avuto il coraggio di vivere una vita che avesse significato per me, non una vita come quella che si aspettavano gli altri".<br />Questa è grossa! Ma è proprio così!<br />C'è un bel proverbio buddhista che dice: "un uccello ha bisogno di due ali per volare: saggezza e compassione". Potreste dirmi che la compassione è la cosa più importante: rendersi utili, alleggerire il fardello del nostro prossimo…ma, come dice il Dalai Lama "la compassione non è abbastanza, c'è bisogno di saggezza". E ciò implica semplicemente sviluppare se stessi, far crescere il nostro potenziale innato di chiarezza e aver coraggio nelle scelte che facciamo. E questo non porta altro che un grande rispetto per sé, buona autostima, tanta soddisfazione e felicità.<br />
Non vi pare?<br />
<br />
<br />
articolo di <a href="http://www.robinacourtin.com/" target="_blank">Robina Courtin</a>, apparso su<i> Soul & Spirit Magazine</i>, novembre 2013, qui <a href="http://www.robinacourtin.com/transcripts/2013-11-20-respect-yourself.pdf" target="_blank">il pdf</a> in inglese<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxY8a0xoMBz9hHNmoDq664Y4lnkQOcyRthVu10FGM7gUUy0bUAbHfR2qlK_PRU5o-UEJL3IRDlzTF-hWrqO8GWgAvYJ0cxGRwCpj1Vm-AQNJyFB5eWTqDZMIBOXDeSpdu5E4Hx1J9re8Q/s1600/IMG_3869.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxY8a0xoMBz9hHNmoDq664Y4lnkQOcyRthVu10FGM7gUUy0bUAbHfR2qlK_PRU5o-UEJL3IRDlzTF-hWrqO8GWgAvYJ0cxGRwCpj1Vm-AQNJyFB5eWTqDZMIBOXDeSpdu5E4Hx1J9re8Q/s1600/IMG_3869.JPG" height="426" width="640" /></a></div>
<br />Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-58844434179173854332013-12-31T15:30:00.000+01:002013-12-31T15:36:31.663+01:00Buon anno! - e un ripasso di quello vecchio...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix3ER8h2xTtPrFN0NikY6WZNYJ6X9ZGIIoKooE1FJ_A6g42DOkMNDveqpB-UohG44d-TP_4ycnQWVy684EUDOrukl0tg8-85AUpbHXWXX6XlyKl7aC2yNE2c0BfP9ef1ZkBVog2bIJ2Mc/s1600/IMG_2659mod.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="362" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix3ER8h2xTtPrFN0NikY6WZNYJ6X9ZGIIoKooE1FJ_A6g42DOkMNDveqpB-UohG44d-TP_4ycnQWVy684EUDOrukl0tg8-85AUpbHXWXX6XlyKl7aC2yNE2c0BfP9ef1ZkBVog2bIJ2Mc/s640/IMG_2659mod.jpg" width="640" /></a></div>
Wow che anno il 2013! <br />
Se lo riguardo attraverso le immagini del mio blog, assomiglia ad una collana di pietre preziose: le pietre rosa di <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/01/pink-city.html" target="_blank">Jaipur</a>, "the Pink City", con le sue strade brulicanti di vita ed un via vai continuo di uomini e mezzi. Credo sia diventata un posto "preferito", dopo esserci tornata tante di volte.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr0vX0c2CHZx6B9RbyV8hqyJxa6i9gYv4TzB4UkH0nepc1IdvYmFkDzvPWROe6hZaOT4QEDXwDpq_lj0sDlaNCgyROnu5KIi7HM2dLPKA6mOPn8Kfwo3Pbl9_TsmtSk5QHimsIBZ1S4Ig/s1600/IMG_2706.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr0vX0c2CHZx6B9RbyV8hqyJxa6i9gYv4TzB4UkH0nepc1IdvYmFkDzvPWROe6hZaOT4QEDXwDpq_lj0sDlaNCgyROnu5KIi7HM2dLPKA6mOPn8Kfwo3Pbl9_TsmtSk5QHimsIBZ1S4Ig/s640/IMG_2706.JPG" width="640" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieszTzhClWmdCu9jD-nTHzuRn8pNpcmM8YYmuDN9EDrW7UUeZs-XLlZrAUXX3h3ZBSFYfDuX2xCwf-DbftrGNiRtq55rBq51Cwtie18eERCtOXkLaiivK4wxurQpNdE3-M_-ugX-CRx1U/s1600/IMG_0376.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieszTzhClWmdCu9jD-nTHzuRn8pNpcmM8YYmuDN9EDrW7UUeZs-XLlZrAUXX3h3ZBSFYfDuX2xCwf-DbftrGNiRtq55rBq51Cwtie18eERCtOXkLaiivK4wxurQpNdE3-M_-ugX-CRx1U/s640/IMG_0376.JPG" width="480" /></a></div>
<br />
Le atmosfere indiane si possono anche apprezzare mentre si sta seduti <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013_02_01_archive.html" target="_blank">in treno</a>, e certamente le stazioni ferroviarie sono un'altra esperienza forte che consiglierei a tutti…<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiry9hq2zCfBu7R4hZArW3ZhpB35STB71vxRigbF3VJyLlQDmnG8nFeDjKhseSHUAuvxsDwXHbyYI5_FWf_CzBZ4QQ8DD5OUJ4KBNarkOJUJU3Ce09ccvs6_A5vPVAjO5UTrod41TZZeg/s1600/IMG_2773.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiry9hq2zCfBu7R4hZArW3ZhpB35STB71vxRigbF3VJyLlQDmnG8nFeDjKhseSHUAuvxsDwXHbyYI5_FWf_CzBZ4QQ8DD5OUJ4KBNarkOJUJU3Ce09ccvs6_A5vPVAjO5UTrod41TZZeg/s640/IMG_2773.JPG" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirhCSLRAymveFXvyMLOkCR7ClstFM3UTwXdLHqqsuUzQL55jQyp0bg2LA8FEjW99Ijaeb5lG4_1KlKfjOrzicRi48nbMZVsnJIgGb6u-sM7ImeuL3iNNTcJxswwCuXG7ZMJSb4L9YeT8Y/s1600/IMG_2873.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirhCSLRAymveFXvyMLOkCR7ClstFM3UTwXdLHqqsuUzQL55jQyp0bg2LA8FEjW99Ijaeb5lG4_1KlKfjOrzicRi48nbMZVsnJIgGb6u-sM7ImeuL3iNNTcJxswwCuXG7ZMJSb4L9YeT8Y/s640/IMG_2873.JPG" width="640" /></a></div>
E poi stoffe e colori, un altro tema di cui mi piace parlare: credo che il fascino del tessuto stia non solo nella meraviglia del risultato finale, ma anche - moltissimo - nel processo un po' magico della sovrapposizione di fili e di colori, nel lavoro sapiente e paziente, millenario, di chi produce stoffa.<br />
Nei post pubblicati parlo in particolare della <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013_04_01_archive.html" target="_blank">stoffa block print</a> del Rajasthan e degli artigiani che ancora oggi <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/03/blocchi-block-prints.html" target="_blank">intagliano i blocchi</a> di stampa per la stoffa a mano.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-LGcfS1C2AGxgEL8-HqliDlKIhjHMXzF_22d1P9JJhBgyhv-8TrxDBUh1v9iHWJqc3JwAZ09tl1BLu7syakPEKQ9_AioBg8igZIIL6LPYaUD5p_Fs-iIejsZU0_HysBVpgv2NGWXrPaA/s1600/IMG_3410+2.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-LGcfS1C2AGxgEL8-HqliDlKIhjHMXzF_22d1P9JJhBgyhv-8TrxDBUh1v9iHWJqc3JwAZ09tl1BLu7syakPEKQ9_AioBg8igZIIL6LPYaUD5p_Fs-iIejsZU0_HysBVpgv2NGWXrPaA/s640/IMG_3410+2.JPG" width="640" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWwOELk9PcVbfONsvG35Sru5sKIjAlhjySA8zG7tmH10kHPoBxLz2Q5F2GqjieDeQlUUY5ZO0XqIIhoa0mkJLihgyvLAT6OKpTX0-PY6SGDm_2j3alRniwzZpSmGQ16BaGMa_NLd-lZvY/s1600/IMG_3366.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWwOELk9PcVbfONsvG35Sru5sKIjAlhjySA8zG7tmH10kHPoBxLz2Q5F2GqjieDeQlUUY5ZO0XqIIhoa0mkJLihgyvLAT6OKpTX0-PY6SGDm_2j3alRniwzZpSmGQ16BaGMa_NLd-lZvY/s640/IMG_3366.JPG" width="640" /></a> <br />
E poi alcuni frammenti particolari della mia cara India: <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/05/elefanti.html" target="_blank">elefanti</a> e <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/05/turbanti-parlanti.html" target="_blank">turbanti</a>! Tutto superlativo…ma anche alcune immagini di un'India meno abbagliante, quella delle <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/06/india-quotidiana.html" target="_blank">cose piccole</a> e piene di significato.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_eAn-1khz-aq4HYsRfCs5nw1og4i7F-RmFLH9oGYgRWYjM_b8HgRAvSEaBMI4pmCmOgvqJaSWDTwhyphenhyphenyxo3_0Ey7IjEUYkiLjEaA8MjC0xHtIRbZUwezvc2XJPDlwpBWyrR0l9IrPtZJ4/s1600/IMG_3378.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_eAn-1khz-aq4HYsRfCs5nw1og4i7F-RmFLH9oGYgRWYjM_b8HgRAvSEaBMI4pmCmOgvqJaSWDTwhyphenhyphenyxo3_0Ey7IjEUYkiLjEaA8MjC0xHtIRbZUwezvc2XJPDlwpBWyrR0l9IrPtZJ4/s640/IMG_3378.JPG" width="640" /></a></div>
Ho fatto tappa per alcuni post in un villaggio molto speciale, Bassi (in Rajasthan), con i suoi artigiani che ancora oggi intagliano e dipingono dei tempietti portatili (i <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/09/i-kavad-di-bassi.html" target="_blank">Kavad</a>) utilizzati un tempo dai cantastorie; ma nello stesso villaggio ho fatto un incontro speciale: quello con i sorrisi e la generosità delle sue donne, impegnate in una <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/10/di-terra-e-dacqua-le-donne-di-bassi.html" target="_blank">antica cerimonia di fertilità</a> e fortuna.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ9I4os-M9i5OhDHXs8plMVtL7eq9PrTb_Zo3lp9SLDIoAG3c6oJWwhZRgVHj3HvDsmsHxfG2lcANJ0CejolLOAxqIZt4Btvyz0uUSBygU3OhPqM246jNWSKUeiE8c8KGUwrUzdQ_RuZ4/s1600/IMG_3132.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ9I4os-M9i5OhDHXs8plMVtL7eq9PrTb_Zo3lp9SLDIoAG3c6oJWwhZRgVHj3HvDsmsHxfG2lcANJ0CejolLOAxqIZt4Btvyz0uUSBygU3OhPqM246jNWSKUeiE8c8KGUwrUzdQ_RuZ4/s640/IMG_3132.JPG" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq7Dove5PSykR6Dqf2ZWbkEzO6s94etxzN6PvpqVvD6v65ltQEdHrVIJVXHqfXosEf1Ss0x52lz3z-VmsjK-v_tw1p81S2fKKkrUmnwINvL794XWamDd51lTU-FgtSPW5HTw4Jdq-rvXY/s1600/IMG_3086.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq7Dove5PSykR6Dqf2ZWbkEzO6s94etxzN6PvpqVvD6v65ltQEdHrVIJVXHqfXosEf1Ss0x52lz3z-VmsjK-v_tw1p81S2fKKkrUmnwINvL794XWamDd51lTU-FgtSPW5HTw4Jdq-rvXY/s640/IMG_3086.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
E poi novembre e dicembre sono stati mesi dedicati alla <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/11/lamore-secondo-il-buddhismo.html" target="_blank">saggezza del Buddha</a>, che ho ascoltato attraverso le
parole di <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/11/the-samsara-club.html" target="_blank">una monaca eccezionale</a> (Ven Robina Courtin) incontrata in Francia, a Toulouse, all'Istituto Vajrayogini.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibwZzh81FuNezk7-V0f41IDfsFgvY-xoNaCbo9wmmbybgYXqYuHkXFQitVDEbwNOOGxU30jUpVql7VcWy8OZceTv5UA_1NT3GkD0vC4y_kra_u-39x64StQeel0M81H1HXWf6lFCZlPcI/s1600/IMG_3882.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibwZzh81FuNezk7-V0f41IDfsFgvY-xoNaCbo9wmmbybgYXqYuHkXFQitVDEbwNOOGxU30jUpVql7VcWy8OZceTv5UA_1NT3GkD0vC4y_kra_u-39x64StQeel0M81H1HXWf6lFCZlPcI/s640/IMG_3882.JPG" width="640" /></a><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixVTXOT6psc2QFNUxps1XyAb6Ox9ZhcGUJ1gFgfXRQT-B_JG7OdXJNUCfUaOtPk-V4Eu972GddnBC3hfMI5_hPDHmS4GJPkpCZth4lItk5hqxUeXSkSk5nJFFWnWJfuaJPEp5LbojMyzo/s1600/IMG_3815.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixVTXOT6psc2QFNUxps1XyAb6Ox9ZhcGUJ1gFgfXRQT-B_JG7OdXJNUCfUaOtPk-V4Eu972GddnBC3hfMI5_hPDHmS4GJPkpCZth4lItk5hqxUeXSkSk5nJFFWnWJfuaJPEp5LbojMyzo/s640/IMG_3815.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
Vorrei augurare a tutti voi un 2014 fantastico!<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidd5PUtIV71IuN6e2hu5DX0Q2npxdLXh6MnzwKGsrH6q6oLnPNEo01NpTMDV2rAT-9s9ueakJa_3eg9vgIOVV7T_cK2edLhfl9R72cbqBps4J8gzPGTzMSu8LM-D7uLyTSvEiDOLVNuZU/s1600/IMG_2709.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidd5PUtIV71IuN6e2hu5DX0Q2npxdLXh6MnzwKGsrH6q6oLnPNEo01NpTMDV2rAT-9s9ueakJa_3eg9vgIOVV7T_cK2edLhfl9R72cbqBps4J8gzPGTzMSu8LM-D7uLyTSvEiDOLVNuZU/s640/IMG_2709.jpg" width="426" /></a></div>
<br />Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-71550204717612511902013-12-22T13:38:00.000+01:002013-12-31T15:30:54.490+01:00Mattarello(a)way: un viaggio, con gusto<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_PKjsYGd1ez9zXPK1EOAcaZwlmHAyMAl8L58bBGX8jVuxywoJ5cCT8mhycadWdkMKUSkgWY_zvwAayLk00Fq3dUFlW8QX0HWUQoiTjTYB_-39t-oUkv75c9FcSkOqhsxb7QJ2taNVarY/s1600/Candida_Sanja.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_PKjsYGd1ez9zXPK1EOAcaZwlmHAyMAl8L58bBGX8jVuxywoJ5cCT8mhycadWdkMKUSkgWY_zvwAayLk00Fq3dUFlW8QX0HWUQoiTjTYB_-39t-oUkv75c9FcSkOqhsxb7QJ2taNVarY/s1600/Candida_Sanja.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto dal blog Mattarello(a)way</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Una storia molto 'masala' quella che vi propongo in questo post pre natalizio.<br />
<br />
La storia di <a href="http://www.en.mattarelloaway.com/" target="_blank">Candida e Sanja</a> - la prima romagnola, la seconda nata a Mostar e cresciuta in Scandinavia - che hanno deciso di partire insieme per un lungo viaggio.<br />
<br />
Un'amicizia di lunga data, una casa a Bagnacavallo (Ravenna), un viaggio insieme in India un anno fa e qualche mese a disposizione per realizzare un sogno: questi gli ingredienti che hanno portato le ragazze ad imbarcarsi per una spedizione del tutto fuori dal comune.<br />
Un viaggio di scoperte, una sorta di un Grand Tour dell'India e del sud est asiatico, guidato ... dal palato!<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiucroAXa6wZYRPq4xsCNB2UVgXMa3Aw611eDUL9IPcB0bHvJzsx6PjommyL7DP5PPWi9PgJhVR3Ccuxtx3xeOmoEV-d76FGdBzewxBMQhXSlU7t9FtgtTqjX1N5aZshWDjpiyMwQqewME/s1600/incucina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiucroAXa6wZYRPq4xsCNB2UVgXMa3Aw611eDUL9IPcB0bHvJzsx6PjommyL7DP5PPWi9PgJhVR3Ccuxtx3xeOmoEV-d76FGdBzewxBMQhXSlU7t9FtgtTqjX1N5aZshWDjpiyMwQqewME/s400/incucina.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto dal blog Mattarello(a)way</td></tr>
</tbody></table>
L'idea infatti è quella di tracciare una via del gusto attraverso le ricette che di volta in volta riusciranno a sperimentare, assaggiare e scambiare con le persone incontrate nelle varie tappe.<br />
In cambio offriranno le ricette nostrane: tagliatelle, cappelletti e strozzapreti, tutti preparati a mano, con il fido matterello, che fa parte dell'equipaggiamento di viaggio.<br />
<br />
Partite ai primi di dicembre, attualmente Candida e Sanja sono in Kerala e, leggendo <a href="http://www.en.mattarelloaway.com/blog.html" target="_blank">il loro blog</a>, sembra che a Kovalam abbiano già trovato delle famiglie ospitali che hanno aperto le loro cucine e le loro dispense. E' un viaggio di scoperta e scambio di ricette, ma sembra anche un incontro pieno di curiosità per 'l'altro', attraverso le parole scambiate, i sorrisi, le tradizioni e le abitudini che le nostre viaggiatrici stanno piano piano decifrando.<br />
Da tutto questo Candida e Sanja progettano di ricavare un libro e forse (chissà, perché no) anche un programma televisivo.<br />
<br />
A me vien da chiedermi cosa ne pensino di questo progetto le persone incontrate e quale siano la reazioni suscitate. Soprattutto nei posti più turistici, credo sia abbastanza impegnativo chiarire esattamente gli obiettivi e le intenzioni del loro viaggio…<br />
Ma penso anche che basterà seguire i loro racconti per farsene un'idea.<br />
Dopo l'India, Mattarello(a)way si sposterà in Thailandia, Laos, Vietnam e Cambogia.<br />
Attendiamo con l'acquolina in bocca!Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-85690095651968712512013-12-08T21:16:00.000+01:002013-12-08T21:18:23.022+01:00Impermanenza?<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="338" mozallowfullscreen="" src="//player.vimeo.com/video/66585349" webkitallowfullscreen="" width="600"></iframe> <br />
<a href="http://vimeo.com/66585349">Django Django - WOR</a> from <a href="http://vimeo.com/jimdemuth">Jim Demuth</a> on <a href="https://vimeo.com/">Vimeo</a>.<br />
<br />
Dopo tutto questo parlare di buddhismo (ma tornerò sull'argomento), ho pensato di pubblicare un video pescato sulla rete che sembra parlare di tutt'altro argomento.<br />
<br />
Si tratta di un film realizzato per fare da illustrazione ad un pezzo musicale degli Django Django (una indie band inglese), girato a durante il Maha Kumbh Mela ad Allahabad lo scorso febbraio.<br />
E' la storia di alcuni stuntmen indiani che ogni giorno rischiano la vita lanciandosi in un vorticoso giro di pista a bordo di auto e moto in bilico tra vita e morte, almeno così sembra a me.<br />
<br />
E' lo spettacolo del rischio, un roulette impazzita in cui i giocatori sembrano essere consapevoli delle possibili conseguenze, ma anche coscienti di non avere alternative. Siamo impermanenti - ci dicono -, il vero rischio si corre ogni giorno della nostra vita in attività o comportamenti che non ci sembrano pericolosi, né tantomeno determinanti per il nostro destino.<br />
E ci invitano a guardare la realtà delle cose: siamo tutti volante di quelle auto, a volte in piedi, o comodamente seduti a gambe incrociate, senza neppure preoccuparci di controllare il mezzo che abbiamo a disposizione. Forse perché crediamo di essere immortali, o forse crediamo che la corsa non dipenda da noi.<br />
Volete scendere?Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-54127621565591529302013-11-16T09:24:00.001+01:002013-11-16T12:00:42.756+01:00L'amore secondo il Buddhismo<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXE5tcaSNdQr_gGfG3-5WttUjoBeSfZ3VpQvtS1d-GWtqGZHnvcTwmosi3I8XPbqsUhhkCq9UUTkEzQVchJrOqVwEhlMbcIH1iGlmtKqh33sPTj1iOK5emKjybvq46WGWJRl4aXrYs7RQ/s1600/IMG_3894.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXE5tcaSNdQr_gGfG3-5WttUjoBeSfZ3VpQvtS1d-GWtqGZHnvcTwmosi3I8XPbqsUhhkCq9UUTkEzQVchJrOqVwEhlMbcIH1iGlmtKqh33sPTj1iOK5emKjybvq46WGWJRl4aXrYs7RQ/s640/IMG_3894.JPG" width="640" /></a></div>
Uno dei capitoli più interessanti e dibattuti, durante le giornate di insegnamento di Robina Courtin all'<a href="http://institutvajrayogini.fr/" target="_blank">Istituto Vajrayogini</a> in Francia, è stato il tema dell'amore.<br />
Secondo la visione buddhista - e secondo la nostra formidabile insegnante - non è quasi mai possibile (o molto raro) che si verifichino casi di amore in cui non ci sia attaccamento. Tra partner, ma anche l'amore materno verso i figli, questo sentimento è molto spesso un misto di emozioni diverse, in cui il senso di insoddisfazione dovuto all'attaccamento la fa da padrone.<br />
Neanche farlo apposta, è appena stato pubblicato un articolo della stessa monaca su un periodico inglese, Soul and Spirit.<br />
Provo a tradurvelo…<br />
<br />
<b>Si può amare senza attaccamento?</b><br />
[…]<br />
Prima di tutto, molto spesso si parte dal presupposto che amore e attaccamento siano la stessa cosa. Ma, secondo il sistema di pensiero buddhista di interpretare le nostre emozioni, l'attaccamento è la parte più insoddisfatta, nevrotica e bisognosa che cerca costantemente un "qualcuno", pensando che questo qualcuno faccia la felicità.<br />
Ma l'amore, d'altro canto, fa riferimento anche alla nostra parte più altruistica, alla connessione con gli altri, alla speranza che gli altri siano felici e soddisfatti. Certo che nell'amore è presente sia il primo che il secondo aspetto, ma spesso è difficile distinguerli.<br />
Sono come il latte e l'acqua mescolati insieme.<br />
Se siamo felici in una relazione, è grazie all'amore. Se invece c'è rabbia, offesa o gelosia, è perché c'è attaccamento. Ma spesso è così difficile rendersene conto.<br />
"Attaccamento" è una parola relativamente semplice, ma ha molte implicazioni: fondamentalmente si manifesta in un sentimento di bisogno profondo, dentro di noi. E' la convinzione che in qualche modo "io non sono abbastanza". Non ho abbastanza, e nonostante tutte le cose che posso fare o avere, comunque non è mai abbastanza. <br />
E siccome siamo così convinti che sia vero, ci mettiamo a cercare spasmodicamente qualcuno che ci faccia sentire meglio. E quando troviamo quel qualcuno che innesca in noi delle sensazioni positive, ci attacchiamo a lui/lei, convinti che sia proprio questo lui/lei che ci renderà veramente felici. E poi pensiamo che questo qualcuno ci appartenga, che sia una sorta di estensione di noi stessi.<br />
<br />
Questo attaccamento è la radice di tutte le altre emozioni negative e dolorose che proveremo in seguito.<br />
Siccome l'attaccamento si sforza di ottenere ciò che vuole, nell'istante in cui non ci riesce - quando lui/lei non chiama, o torna a casa tardi, o si volta a guardare qualcuno - immediatamente sorgono ansia, rabbia e gelosia (oppure si abbassa l'autostima), in base ai nostri modi abituali di reagire all'insoddisfazione.<br />
In genere la rabbia è la tipica reazione all'attaccamento non soddisfatto.<br />
Tutti questi meccanismi sono così profondamente radicati in noi; noi crediamo così ciecamente alle storie che ci raccontiamo, che non le mettiamo quasi mai in discussione. Ma dovremmo.<br />
<br />
E l'unico modo possibile per farlo è conoscere la nostra mente e i nostri sentimenti: in altre parole, dovremmo imparare a diventare i nostri stessi psicoterapisti.<br />
Il fatto è che l'attaccamento, la rabbia, la gelosia e qualsiasi altra emozione dolorosa non sono un 'dovere'. Sono solo vecchie abitudini che si possono cambiare.<br />
Il primo passo è comprendere che, conoscendo meglio la nostra mente, possiamo imparare a distinguere le diverse emozioni che sorgono e gradualmente possiamo imparare a cambiarle. La prima scommessa è che ci rendiamo veramente conto come tutto ciò sia possibile.<br />
Il passo successivo è di allontanarci dal brusio continuo della nostra mente. Un modo semplice per farlo - è così semplice che diventa quasi noioso! - è sederci per pochi minuti ogni mattina e concentrarci su qualcosa. Per esempio, sul respiro.<br />
Niente di speciale, niente trucchi, niente cose mistiche! E' una tecnica molto concreta. Con determinazione si può decidere di concentrarsi sul respiro - la sensazione che dà inspirare ed espirare attraverso le narici.<br />
Nel momento in cui la mente se ne va, riportare l'attenzione sul respiro.<br />
L'obbiettivo non è eliminare del tutto i pensieri, ma fare in modo che non ci condizionino: lasciare che sorgano, per poi allontanarli.<br />
Il risultato a lungo termine di questa tecnica è una mente perfettamente a fuoco. Richiede tempo, certo, ma nell'immediato, la nostra capacità di fare un passo indietro dalle storie che ci raccontiamo, produrrà una certa obiettività. Lentamente, riusciremo a sbrogliare la matassa, a smontare le storie e alla fine riusciremo a cambiare i nostri pensieri. Pare che il segno della nostra nuova capacità di comprendere, sia che pensiamo di non aver concluso nulla, di star peggiorando! Ma non è così! Semplicemente, siamo in grado di ascoltare le nostre storie più chiaramente, ed è proprio così che possiamo cambiarle.<br />
<br />
L'articolo è pubblicato on line sul sito di <a href="http://www.robinacourtin.com/" target="_blank">Robina Courtin</a>.<br />
Le immagini che vedete sono state scattate nel <a href="http://www.nalanda-monastery.eu/" target="_blank">monastero di Nalanda</a>, a 10 km dall'Itituto Vajrayogini, dove ho seguito il seminario di Robina Courtin. E' un monastero di tradizione tibetana Geluk con una ventina di monaci residenti, quasi tutti occidentali. I monaci qui seguono i corsi di formazione, che durano diversi anni. La costruzione del fabbricato nuovo che vedete risale a pochi anni fa. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
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<br /></div>
Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-31602424779368759102013-11-10T00:57:00.000+01:002013-11-10T01:02:18.946+01:00the Samsara Club<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-gzPtgoJ9BfS6cp3Ygjo63MpwMJM1jWnp8MjLZlToQ09rUdrMDPiRzTdnnmOsg-DqQzhAWMDLXuvIGS_wgxNOStqtjGC8z7vYGao-AslvTByTeuXCpDj8073rcGDOMkhT5vJboPDe9F8/s1600/IMG_3815.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-gzPtgoJ9BfS6cp3Ygjo63MpwMJM1jWnp8MjLZlToQ09rUdrMDPiRzTdnnmOsg-DqQzhAWMDLXuvIGS_wgxNOStqtjGC8z7vYGao-AslvTByTeuXCpDj8073rcGDOMkhT5vJboPDe9F8/s640/IMG_3815.JPG" width="640" /></a></div>
"La mente - spiega la monaca buddhista Robina Courtin - è un flusso di milioni e milioni di pensieri. Sono pensieri ai quali noi crediamo ciecamente. Che modellano, momento dopo momento, la nostra stessa mente e la persona che siamo.<br />
Spesso gli altri, le persone che incontriamo e con le quali viviamo ogni giorno, non hanno la stessa visione. A volte si generano dei conflitti, e questo ci fa soffrire. A volte il conflitto sorge e si sviluppa solo dentro di noi - come in un cortocircuito interno del pensiero -, generato dalla confusione e dall'errore. <br />
Avversione, Attaccamento, Ignoranza sono i tre 'veleni', cioè i tre motivi per cui soffriamo a causa degli inganni della mente".<br />
Così veniamo presi dentro ad un meccanismo in cui crediamo alle apparenze create dalla nostra stessa mente, che si dibatte tra 51 stati mentali diversi e illusori in cui perdersi. Ciascuno di questi stati mentali (positivi, negativi o neutri) è il risultato del frutto karmico piantato nel passato, che matura nel qui e ora.<br />
E i frutti delle nostre azioni (karma) maturano infallibilmente, prima o poi. <br />
E' logico, è scientifico! E' come la legge fisica di Newton, "ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria". E se questo principio viene accettato universalmente come una legge scientifica applicabile alle 'cose', perché non potrebbe essere vera anche per gli esseri senzienti in generale, quindi anche per noi?<br />
"Provate! Indagate! Sperimentate! Non date ascolto a chi vi chiede di credere punto e basta" - dice Robina - con il suo modo diretto, a volte brusco, ma sempre molto lucido.<br />
"Buddha era un tipo comune, come noi, che però è stato in grado di guardare oltre l'apparenza dei fenomeni per indagarne le leggi di causa e di effetto. E ci esorta a fare altrettanto: a verificare se le sue verità siano valide o no. Ma, molto spesso - spiega la monaca - preferiamo pensare di non avere responsabilità in quello che ci succede… non è colpa mia! - ci ripetiamo - sono gli altri che mi hanno fatto questo!"<br />
E il nostro ego si attacca ad ogni possibile versione illusoria della realtà: e più crediamo alle storie proiettate dalla nostra mente confusa, più - paradossalmente - ci sentiamo insoddisfatti.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrUo929M8KBagUuppQZ4qn43VJKyeaAagrMgZzhc94p9lHnOG-3aXy20eNrPR7a4duwhhfHkDVl-cNSQbunl7Xd4g5tU3AHhF1zbYFQwqNxQfSYfuNcQbI9yeAljmp4HOf42qsVfS4RL0/s1600/IMG_3812.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrUo929M8KBagUuppQZ4qn43VJKyeaAagrMgZzhc94p9lHnOG-3aXy20eNrPR7a4duwhhfHkDVl-cNSQbunl7Xd4g5tU3AHhF1zbYFQwqNxQfSYfuNcQbI9yeAljmp4HOf42qsVfS4RL0/s640/IMG_3812.JPG" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ven Robina Courtin</td></tr>
</tbody></table>
E allora? Come dovremmo comportarci?<br />
"E' necessario - spiega Robina - accettare il fatto che ogni piccola cosa che ci succede, in ogni istante della nostra vita, dipende in ultima analisi da noi. Così come una rosa non potrebbe fiorire se il suo seme non fosse stato piantato nella terra; così gli eventi della nostra vita sono il risultato di azioni, pensieri e intenzioni che noi abbiamo 'seminato' nel nostro passato. E le situazioni in cui ci sembra di subire la volontà altrui, possono sempre essere interpretate con la consapevolezza e lo sguardo di chi è in grado di vedere oltre le apparenze. Le esperienze negative, invece di annientarci, ci dovrebbero nutrire".<br />
Questi continui conflitti che come un traffico impazzito intasano la nostra mente (il samsara) possono essere dissolti da un comportamento giusto, dalla disciplina nell'uso della parola e soprattutto da una visione diversa e più limpida della realtà.<br />
<br />
La scorsa settimana ho partecipato ad un fantastico seminario nell'<a href="http://www.institutvajrayogini.fr/index.html" target="_blank">Istituto Vajrayogini</a> di Lavaur, vicino a Toulouse, in Francia. Il seminario si intitolava: "When the chocolate runs out" e la docente era la <a href="http://www.robinacourtin.com/" target="_blank">Ven. Robina Courtin</a>, una monaca buddhista di tradizione tibetana Gelug. L'Istituto fa parte di una rete di fondazioni create da Lama Zopa Rinpoche e Lama Yeshe Rimpoche in tutto il mondo (la <a href="http://fpmt.org/" target="_blank">FPMT</a>), che si rifà agli insegnamenti di Lama Tsongkhapa (XIV sec). <br />
Robina Courtin è una persona davvero speciale: durante le giornate di seminario ci ha raccontato la sua incredibile vita e i passaggi che la hanno condotta a prendere rifugio nel buddhismo. Nata in una famiglia numerosa (7 figli) australiana molto religiosa (cattolica), visse un'infanzia davvero dura, in cui le fu 'diagnosticata' - come a quasi tutti i suoi fratelli e sorelle - una sindrome maniaco depressiva. Cresciuta in convento e con l'idea fissa di diventare sacerdote (come dice lei) e al contempo abituata ad un ambiente familiare che definiremmo borderline, Robina si innamorò della musica di Billie Holliday e cominciò a studiare canto con gli insegnamenti materni. <br />
Nel pieno degli anni '60 scappò a Londra, e con l'entusiasmo dei suoi 23 anni si impegnò nelle proteste sociali e politiche dell'epoca: una giovane donna indipendente, con molti amanti e molte avventure, in spirito sex, drugs and rock'n roll (o meglio: sex, drugs and jazz). Poi seguirono periodi di rifiuto totale degli uomini, (e lì la nostra Robina diventa lesbica, femminista e separatista), e poi rifiuto della politica e poi rifiuto dei ricchi e potenti e poi… e siccome non poteva odiare tutta l'umanità - e c'era rimasta soltanto lei stessa da odiare - cominciò a dedicarsi al Kung fu a tempo pieno. <br />
Un giorno - "il giorno della mia salvezza", lo definisce lei - a causa di un incidente, non fu più possibile praticare le arti marziali. Robina era furente (e vi garantisco che deve essere stato così, dato il carattere che conserva ancora oggi), ma ebbe occasione di incontrare Lama Zopa e Lama Yeshe, che divennero in breve i suoi maestri spirituali. Aveva 31 anni.<br />
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
Se potete, date un'occhiata al sito di Robina, c'è anche il trailer del<a href="http://www.robinacourtin.com/chasingbuddha.php" target="_blank"> documentario sulla sua vita</a>.<br />
E sempre se potete, ascoltate qualche brano dei <a href="http://institutvajrayogini.fr/AVrobina_4.html" target="_blank">suoi insegnamenti</a>, disponibili sul sito dell'Istituto Vajrayogini...Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-47363280110163475202013-10-05T17:21:00.000+02:002013-10-05T17:29:18.283+02:00Di Terra e d'Acqua: le donne di Bassi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD-8NSxsv1xF5NJlw0r33D0Um9VkS4K1_47LFg9zKP8OHpLr4c29L48dTpbNr7nBoVd3XG_8TRWazSd6iO3EKHAvLNhVl_g2GBw34U-mt3RzS5bRJqSf5vH3Pko6mSkUem1rxLTGhQvW0/s1600/IMG_3086.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD-8NSxsv1xF5NJlw0r33D0Um9VkS4K1_47LFg9zKP8OHpLr4c29L48dTpbNr7nBoVd3XG_8TRWazSd6iO3EKHAvLNhVl_g2GBw34U-mt3RzS5bRJqSf5vH3Pko6mSkUem1rxLTGhQvW0/s640/IMG_3086.JPG" width="640" /></a></div>
... E mentre siete a Bassi, intenti ad ammirare i <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2013/09/i-kavad-di-bassi.html" target="_blank">Kavad dipinti</a> di cobalto e cinabro, persi nei meandri delle spire dipinte di Ananta, il serpente su cui Vishnu sonnecchia tra un'era cosmica e l'altra - può capitare di essere attirati da una musica strana.<br />
<br />
C'è un bel tempio a Bassi, con una piscina rituale a gradini - un Baoli (in Gujarat si chiamano <a href="http://italianmasala.blogspot.it/2010/08/trame-di-pietra-e-trame-di-seta.html" target="_blank">Vav</a>, ne ho parlato in un post, qualche anno fa) dove la gente va a pregare e a purificarsi. Ma in certi giorni, evidentemente, si può assistere ad una cerimonia speciale, che coinvolge le donne del villaggio unite in una processione che le porta di casa in casa.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6q9hXZDz9DdQH6lE8AGBcMwdZ6IAShbE-pl-ZokUhTqUqSUAjExdg_KXhxAvtHmFENk1-YOantAYiW_ePSS5fjbrAMB2M6xIqcco3Stbllz-EdJlfy8v52G3dBqovhiVJxmF-JTjf4BQ/s1600/IMG_3039.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6q9hXZDz9DdQH6lE8AGBcMwdZ6IAShbE-pl-ZokUhTqUqSUAjExdg_KXhxAvtHmFENk1-YOantAYiW_ePSS5fjbrAMB2M6xIqcco3Stbllz-EdJlfy8v52G3dBqovhiVJxmF-JTjf4BQ/s640/IMG_3039.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
Un corteo di giacinti d'acqua e fiori di bouganville, che si sposta accompagnato dai tamburi per portare la fertilità e la ricchezza in ogni famiglia del villaggio.<br />
Sono partite dalla piscina, che ha riempito di acqua sacra i vasi che tengono sulla testa. Sono vasi di terracotta, nei quali, alcuni giorni prima, sono stati deposti dei semi. I semi sono germogliati, come nel ventre della Madre Terra, e loro li portano in processione come fossero i loro figli.<br />
<br />
Il vaso nella cultura indiana ha un significato profondo. E' il recipiente che si usa per trasportare l'acqua - anche per chilometri -, ma è anche il contenitore per il cibo quotidiano. E' simbolo della terra e del ventre materno, entrambi fertili e generosi, capaci di dare la vita o di conservarla, perché possa crescere e svilupparsi.<br />
Nell'india antica come in quella contemporanea il vaso è venerato come simbolo di fertilità e di vita. Nei miti, conteneva l'<i>amrta</i>, il nettare dell'immortalità, e gli dei se lo contendevano con i demoni.<br />
Ma erano - e sono ancora - solo le donne che lo posseggono davvero, e solo loro hanno la capacità di donare quel che cresce dentro di loro.<br />
<br />
Ma l'acqua e la vita possono assumere sembianze minacciose, come per le divinità femminili terrifiche, che vivono nelle foreste e cavalcano animali selvatici; o i fiumi in piena, come quando la dea Ganga minacciò - con la sua corrente impetuosa - di travolgere il mondo. E fu poi fermata dalla foresta dei capelli del dio Shiva.<br />
Durga, Kali e Ganga sono le energie femminili primitive (la Donna Selvaggia, direbbe <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Clarissa_Pinkola_Est%C3%A9s" target="_blank">Clarissa Pinkola Estès</a>), che si trasformano in energie docili e generose, quando assumono le sembianze della terra coltivata, di una vasca per le abluzioni rituali, di una moglie e madre di famiglia. <br />
Stagione dopo stagione, assicurano la sussistenza della famiglia e la continuità delle generazioni. Seminano, coltivano, raccolgono e cucinano. Danno la vita e la crescono. Sono acqua e terra e si ricordano ogni tanto anche del loro lato più selvaggio, più 'inaccessibile', quello del fuoco e dell'aria. <br />
<br />
Per celebrare questa magnifica occasione, le donne di Bassi, come un'esplosione di fiori, si sono riunite vicino alla vasca delle abluzioni. <br />
Hanno riempito i loro vasi, li hanno sistemati sulla testa e hanno cominciato a danzare in cerchio. Ad ogni passo - nel cerchio del tempo - una di loro, toccata da un bastone di bambù, lascia cadere un po' d'acqua, perché la vita è generosa e non le interessa risparmiare.<br />
<br />
Ad occhi chiusi, come sonnambule, le donne di Bassi si lasciano guidare
per ogni strada, e su ogni soglia seminano la vita, spargono la
speranza, coltivano l'amore: è la loro natura e non sanno fare altro. <br />
<br />
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Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9186636447286902139.post-43560165012702329452013-09-29T23:09:00.000+02:002013-09-29T23:14:56.915+02:00I Kavad di Bassi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUcei8U3U8Ze2K_THjkntgGOy0TPCK-fw6c27GqRvI1aVg444sOVghISkVAVfqpfL1U9km_qKcb7mCNhvvkDbmpvfHf8XJn277NJwJJIe0G2W0nPmneucf8j2w_dwAluMCewZPOGuRqvs/s1600/IMG_3132.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUcei8U3U8Ze2K_THjkntgGOy0TPCK-fw6c27GqRvI1aVg444sOVghISkVAVfqpfL1U9km_qKcb7mCNhvvkDbmpvfHf8XJn277NJwJJIe0G2W0nPmneucf8j2w_dwAluMCewZPOGuRqvs/s640/IMG_3132.JPG" width="640" /></a></div>
Bassi è un villaggio poco distante da Cittorgarh, nel Rajasthan meridionale.
A Bassi ci si va (in genere) per passare una notte in uno dei numerosi Heritage Hotel disseminati per tutto il territorio nazionale indiano, che un tempo erano le <a href="http://www.bassifortpalace.com/index.htm" target="_blank">dimore principesche</a> di raja locali, poi decaduti.
Per poter mantenere i loro palazzi, molti di loro decisero di trasformare una parte di queste magnifiche dimore di famiglia in hotel, così che i turisti potessero calarsi nell'atmosfera delle corti rajput di un tempo.<br />
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Se non ci si va per questo motivo, a Bassi, ci si può andare, come ho fatto io, per vedere gli ultimi intagliatori e decoratori di <i>Kavad</i>, una sorta di piccolo tempio portatile, in legno, che si apre su storie e miti tradizionali, illustrati a colori vivaci.<br />
Ci sono ancora poche famiglie a Bassi che si dedicano alla produzione dei <i>Kavad</i>, che vengono realizzati ormai soprattutto per il mercato turistico. Ma un tempo erano i raccontastorie - i <i>Kavadiya Bhat</i> - a commissionare queste piccole opere ingegnose alle famiglie di falegnami di Bassi.<br />
Servivano per portare di famiglia in famiglia le storie tradizionali, i poemi epici o la storia della vita di Krishna, in modo che le nuove generazioni potessero conoscerle. Non sempre le storie venivano raccontate nello stesso modo: ciascun storyteller aveva la possibilità di interpretare i fatti narrati, di aggiungere qualche particolare o di approfondire certe vicende che la storia ufficiale ignorava.<br />
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Si formarono così, nel corso del tempo, tante diverse interpretazioni della stessa storia o dello stesso mito, che rimase vivo, anche se in continua evoluzione, attraverso le generazioni.<br />
Ci possono essere tanti modi per raccontare la stessa storia, ed è proprio grazie ai diversi punti di vista e alle diverse voci che la raccontano, che questa rimane viva e sostanzialmente intatta in tutte le sue preziose 'versioni'.<br />
Oggi ci sono ancora alcuni raccontastorie che visitano le famiglie per raccontare le storie tradizionali e recitare, al termine del racconto, la genealogia della famiglia ospite. In modo che i giovani ricordino i miti, ma anche le proprie radici familiari e culturali.
Recentemente ci si è inventati anche usi alternativi per i <i>Kavad</i>: ci sono per esempio quelli che hanno l'alfabeto hindi o inglese dipinto sugli sportellini, in modo che i bambini possano imparare le lettere divertendosi; oppure c'è qualche NGO che commissiona a Satyanarayan Suthar, un famoso produttore di <i>Kavad</i> di Bassi (nella foto), queste magiche scatole istoriate, per raccontare le regole igieniche di base, gli eventuali pericoli domestici, alcune norme di buona pratica ecologica e così via. Un modo per far sì che uno strumento antico riacquisti significato e sopravviva alla globalizzazione.<br />
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Elisa Chiodarellihttp://www.blogger.com/profile/13093666280059616925noreply@blogger.com11