In effetti molte delle comunità di frontiera di queste terre conservano le tradizioni in fatto di abbigliamento che contraddistingue le varie famiglie, jati e gruppi allargati. Ciò è valido per i Rabari (e i vari sotto-gruppi: Kachi, Debriya e Vaghadiya), così come per tutti gli altri gruppi: Suf, Paako, Kharek, Garasia Jat, Mutva, Harijan.
Gli abiti dei Rabari sono davvero interessanti, sia quelli maschili che quelli femminili.
Gli uomini vestono tradizionalmente di bianco, con un dhoti di tela di cotone e una giacca pieghettata. Portano però anche un turbante bianco e pesanti orecchini semi-conici fissati nella parte centrale dell'orecchio. Le donne indossano abitualmente una gonna nera di lana, un corpetto nero di cotone aperto sulla schiena e arricchito da applicazioni e pieghettature. Il tutto è completato da un velo nero ricamato e da pesanti gioielli d'oro o d'argento ai polsi, caviglie, orecchie, collo. Altro elemento di bellezza sono i tatuaggi, che rappresentano, stilizzati, templi, altari, divinità, ma anche lo scorpione, simbolo di fertilità (le cui punture vengono così scongiurate). La lana per la gonna è quella delle capre e dei cammelli allevati in famiglia.
giacca da uomo Rabari. Collezione Kala Raksha |
Fortunatamente il lavoro lungo e paziente di ricamo di abiti e stoffe tradizionali non è del tutto sparito; le donne hanno conservato questa particolare competenza tramandata di madre in figlia relativa a tecniche e motivi decorativi con i loro significati e usi specifici.
Il merito è anche alle diverse fondazioni e organizzazioni che sostengono l'artigianato locale, promuovendone il commercio in India e all'estero. Se le donne Rabari oggi continuano a ricamare e ad insegnare l'arte del ricamo alle loro figlie è anche perchè hanno trovato un mercato interessato al loro artigianato tessile, che per forza di cose, ha dovuto adattarsi un po' ai gusti e alle richieste esterne.
Il modo di ricamare Rabari è del tutto particolare: dopo un po' che si mettono a confronto le diverse tecniche, si impara a riconoscerlo a colpo d'occhio. E' costituito da disegni geometrici o figure stilizzate ricamate in un minutissimo punto filza (tipo imbastitura molto fine). Abiti, coperte, quilt e arazzi sono decorati anche con applicazioni di stoffa, specchietti e perline. Il corredo tradizionale comprendeva anche ogni sorta di 'copertura decorativa' per la casa: copri-tavolini, copri-recipienti di acqua e granaglie, copri-animali del cortile (tra cui dei curiosi copricapi per mucche e cammelli). Tutto ciò un tempo veniva ricamato per la dote della giovane sposa e rinchiuso in pesanti bauli di legno traforato pronti per il trasloco nella nuova casa da sposata.
La stessa cura che le donne prestavano per la confezione dei capi tessili e di abbigliamento veniva - e in parte è ancora - riservata per la decorazione della casa.
Sia gli interni che la veranda esterna delle case tradizionali (quelle di forma circolare si chiamano vandh) sono abbellite da rilievi con applicazioni di specchi, figure di animali e geometriche fatte di un misto di sterco animale e argilla. Il tutto colorato di bianco all'interno e di colori brillanti all'esterno.