La settimana scorsa sono stata a fare un giretto in provincia di Piacenza, a Sarmato per la precisione, dove si svolgeva nel castello cittadino una mostra mercato di artigianato. Ci sono andata per incontrare una artista-artigiana dei tessuti: Nanette Libiszewski.
Nanette è una signora molto affascinante - capelli grigio perla in una treccia fino a metà schiena e sguardo turchese - che deve amare moltissimo i colori e le trame, dato che ne ha fatto il suo lavoro da anni. Di origini svizzere, e perfettamente trilingue, si trasferisce con il marito fotografo sulle colline piacentine, in una vecchia cascina contadina ristrutturata circondata da mandorli e alberi di amarene.
I locali di servizio si trasformano in laboratorio, dove Nanette sperimenta le tecniche di tintura della stoffa - cotone, seta e lana - con il sistema del tie and dye (potete leggere un articolo interessante su di lei anche su Marie Claire Maison, qui).
In particolare utilizza il sistema di legatura giapponese, (shibori), che prevede una grande varietà di legature in modi diversi: la stoffa può essere pizzicata e legata a formare piccoli fiocchi, oppure si possono stringere con il filo delle linee di legatura parallele in senso verticale, orizzontale o obliquo per tutta la lunghezza della stoffa, ma anche avvolgere piccoli oggetti dentro alla stoffa, in modo che lascino la loro impronta dopo la tintura. Infatti, come per la tecnica del tie and dye indiano, il colore in cui la stoffa viene immersa non passerà nell'area di tessuto legata stretta, lasciando un alone più o meno sfumato del colore sottostante.
Ne risultano fantasie geometriche surreali, che a pensarci bene somigliano molto a pellicce di animali, nervature di foglie macroscopiche, costellazioni, cortecce, ricami vegetali, cristalli di neve, che scandiscono trama e ordito.
La stoffa viene poi tagliata e trasformata dalle mani di Nanette in camice, scialli, gonne, borse, le cui superfici indaco, verde bosco o rosso amaranto sono tutte un susseguirsi di arricciature di colore, goffrature, increspature, dal fascino ipnotico, come di antichi mantra trasformati in stoffa.
Sarei rimasta a chiacchierare tutto il pomeriggio, delle tante esperienze di Nanette, delle varie fasi del suo percorso artistico, di quando insegnava ai ragazzi le tecniche di artigianato tessile, il periodo del design di tessuti, il momento in cui si è dedicata ai gioielli di perle di vetro di Murano. E gli incontri della sua vita, molto interessanti e stimolanti, i viaggi, i progetti.
Viene proprio voglia di approfondire questo mondo così intrigante del saper fare, trasformando la stoffa in storie immaginate.
4 commenti:
Che bellezza questa donna! Ha una sguardo magnetico. Bellissimi anche i colori. I tessuti! Che mondo incredibile, sopratutto quelli fatti a mano. In India mi sono cimentata con il telaio, tra le risate pazze degli amici indiani. Io però son stata soddisfatta del mio mezzo centimetro di tessuto!:)
Che bello!e il telaio era uno di quelli grandi con i pedali?o era uno di quelli piccoli trasportabili?
E' così magico quando riesci a trasformare una cosa in un'altra (fili in tessuto, in questo caso). Deve essere stato divertente... anche per i tuoi amici :-)
una donna davvero affascinante! E il suo hobby è diventato una forma d'arte davvero preziosa e creativa!
vero, cara TdM!
e le cose che crea hanno lo stesso fascino ipnotico dell'artista; io mi sono presa un gilet turchese molto chic...
credo che quando si crea con amore, le cose acquistano un valore aggiunto.
bacioni!
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