giovedì 30 dicembre 2010

...e buon anno!

Sono in partenza per l'India, ancora una volta in Gujarat per realizzare un documentario sul lavoro di tessitura delle donne. La tessitura dei loro destini attraverso la stoffa ricamata e incrostata di specchietti e perline della tradizione Rabari; ma anche la seta patola, fino ad arrivare al khadi bianco e semplice di Gandhi.
Vi lascio con un mini reportage sulla produzione di turbanti - destinati ai turisti - che un ragazzo cuciva su una terrazza dei tetti rosa di Jaipur.



Buon anno a tutti!

domenica 19 dicembre 2010

Casa

Sabarmati Ashram, Ahmedabad, gennaio 2010

In questi giorni frenetici che precedono il Natale (e la partenza per l'India a gennaio), sto dedicando parte del mio tempo alla ricerca di una nuova casa. Mi è venuta in mente una frase di Gandhi che qualcuno ha dipinto su una tavoletta e ha appeso ad un muro esterno della sua casa sulle rive della Sabarmati, ad Ahmedabad.
Penso anche che la casa di Gandhi, così come di noi tutti, sia prima di tutto la nostra mentalità, la nostra lingua, il nostro corpo. La maniera in cui abitiamo il mondo e lo guardiamo trasformarsi.

Comunque forse l'ho trovata, la casa... vedremo gli sviluppi
Buona settimana a tutti!

sabato 11 dicembre 2010

Vicinanza


"Le cose più importanti della nostra vita non sono né straordinarie né grandiose.
Sono i momenti in cui ci sentiamo toccati gli uni dagli altri."

mercoledì 8 dicembre 2010

Il paradosso dell'arte


In questi giorni sto riguardando un'intervista molto stimolante a Kapila Vatsyayan, danzatrice di danza classica indiana e poi fondatrice e direttrice del Centro Nazionale per le Arti Indira Gandhi di Delhi (nella foto).
Si tratta di un monologo sui vari aspetti dell'arte nella tradizione indiana.
La Vatsyayan si interroga - tra le altre cose - sulla definizione di arte e sulla Tradizione come sorgente per le forme artistiche.

In India la tradizione 'Parampara'  non è mai una dimensione statica: è piuttosto un fluire ininterrotto nel tempo all'interno di binari ben precisi di un'espressione che cambia e si trasforma.
Una tradizione può sopravvivere solo se allo stesso tempo c'è continuità e cambiamento.
L'espressione artistica quindi - sotto forma di narrazione, danza, musica, scultura, ecc. - deve fluire seguendo una certa direzione predeterminata, ma mentre fluisce genera cambiamenti. In altre parole, la tradizione consente la metamorfosi all'interno di alcune leggi fondamentali che fanno da sostegno e da guida.
Questo particolare sistema di accettare il cambiamento come parte integrante della vita in continua trasformazione ha fatto sì, per esempio, che alcune storie cosiddette 'tradizionali' in realtà vengano raccontate in modi sempre diversi.

Lo sto constatando quotidianamente mentre collaboro alla stesura di alcune fiabe indiane che andranno a far parte di una antologia illustrata per la Mostra Internazionale dell'Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede del 2011.
E' una bellissima occasione per approfondire e riprendere le fiabe del Pancatantra o alcuni miti contenuti nei poemi epici o nei Purana.
E' anche una sorta di viaggio nell'immaginario più semplice e potente in grado di raccontare il mondo attraverso le storie di saggi animali, sciocchi brahmani, divinità imperfette, attraverso una catena senza fine di vicende che raccontano il Vero e lo ricreano, come se trasmigrassero da un corpo all'altro.
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