"Quando guarda il telegiornale, Rina studia le persone sullo sfondo. La donna che entra in un negozio, la giovane coppia che si tiene per mano. Le piace sapere cosa fanno le persone quando non piangono davanti al Muro a Gerusalemme, o muoiono di fame, o semplicemente muoiono; sembra che si siano messi in testa di fare quello e soltanto quello, di continuo. E' importante che la donna continui a entrare in quel negozio, che il verduriere esponga un nuovo cartello con la scritta PORI PRAZZIMOLO AVACADO quando si vede un politico che dà un calcio in faccia a un'immagine di Rushdie mentre i suoi seguaci ridono e applaudono.
Rina pensa a quegli infiniti dibattiti sull'uomo comune come eroe tragico e ritiene che in effetti l'uomo comune non deve per niente essere un eroe, né tragico né altro. Lui deve esporre una nuova lista di verdure, lei deve cucinare un daal delizioso ed entrambi illuminano un angolino di mondo e quindi non sono più ordinari, se mai lo sono stati".
E' un brano di Dangerlok - tipi pericolosi, di Eunice De Souza (ed Metropoli dAsia 2010), uno dei pochi libri che non mi stanco di rileggere. E' la storia di Rina, una professoressa di letteratura inglese in un college di Bombay, proprio come la stessa autrice, figlia di una famiglia cristiana di Goa, trapiantata nella metropoli indiana più 'letteraria' che c'è, dato che è entrata come protagonista in tanti romanzi contemporanei.
Mi rendo conto che viaggiando attraverso l'India, mi è capitato spesso di fare foto a quello che succede in una strada, dentro ad un negozio, alle persone in fila per entrare in un cinema o a quelle sedute su una terrazza mentre leggono o si pettinano i capelli. Una mucca che bruca i giornali stropicciati sull'asfalto, un uomo che sorseggia un tè in mezzo al traffico, una donna che compra un nuovo paio di ciabatte. Ho tante foto che dicono proprio questo, ovvero il tutto e il niente della vita quotidiana, che non saprei come pubblicare qui, se non fosse che credo davvero che rappresentino così tanto della vita di ciascuno di questi involontari protagonisti.
* Se volete leggere di più sul libro citato, Silvia di Indian Words ha scritto una bella recensione che ne restituisce le atmosfere raccontandoci la vita della protagonista.
12 commenti:
Che belle Foto! S potrebbe passare una vita intera a fotografare l'India. E non ci si stancherebbe mai.
Bellissime!
Le foto sono stupende, ti ripeto... quando fai una mostra?! Dangerlok, ci sono affezionata tantissimo, anche perché ho avuto la fortuna di conoscerla Eunice, una donna in gambissima.
è vero Sonia, ci sono così tante cose da vedere tutte concentrate e così tanta umanità esposta che ti gira la testa!
grazie, baci!
e grazie anche a te, Clara! davvero hai conosciuto Eunice? guarda, mi interessa tanto, se poi assomiglia alla protagonista del romanzo, con quello sguardo così personale, pieno di humor e anche un po' malinconico...
un abbraccio!
Foto bellissime,ecco come curare la mia nostalgia per l'India :D
ciao Chandana! so che hai fatto un bel viaggio anche tu! il mal d'India è molto contagioso!
consoliamoci con qualche foto ^-^
baci!
Ciao Elisa!
Complimenti per le foto, sono bellissime, sai davvero cogliere momenti ed espressioni nella loro semplicità e naturalezza!
Penso che questa quotidianetà sia fra gli aspetti più belli dell'India, più di momunenti o luoghi storici, è tanto bello vedere come gli indiani (così come succede anche in molti altri paesi dell'Asia) vivano per la strada (non nel senso che sono senzatetto, anche quello, ma parlo di chi una casa ce l'ha!), senza avere il minimo bisogno di segregarsi ognuno in un suo posto riservato e riparato...
Ah, grazie anche per avere citato il mio blog!
a presto
ciao Silvia!
come stai??
.. infatti, l'India ci dà così tante possibilità di assistere allo spettacolo della vita quotidiana in tutti i suoi aspetti...
e grazie a te per la recensione di Dangerlok!
abbracci
Le tue foto dell'India sono fatte col cuore e col sentimento. Cosa dirti di più, dopo aver visto l'ultima, tenera, discreta ma fortemente piena di sensibilità , quella dell'uomo anziano che legge?
Posso solo dirti che tu, per me sei ...un'equazione: tanto Salgado è per la foto degli indigeni delle Amazzoni, quanto tu sei per le persone dell'India (e anche degli elefanti).
Un abbraccio.
Ma dai! Grazia Nela cara di tutti questi mega complimenti superlativi! che le foto siano fatte con il cuore, di sicuro sì, senza dubbio!
bacioni, mi lasci senza parole :-)
!!
Credo che sia stato detto tutto su queste splendide foto, grazie per mostrarle.
grazie a te Blandina di essere venuta a trovarmi!
Elisa, sì, l'ho conosciuta anni fa, in occasione di un seminario all'università, donna incredibile, anticonformista, coraggiosa, amante dei cani randagi, by the way, e vive a Vakola, nel nostro stesso quartiere. Sì, assomiglia un po' a Rina, o alle donne descritte nelle sue poesie (io ho preso l'ultima antologia di poesia indiana da lei curata.)
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