lunedì 17 febbraio 2014

Bhaskar Save e l'agricoltura non violenta


A Holy Thing from The Perennial Plate on Vimeo.

Ho sempre pensato che se potessi avere un pezzo di terra, da coltivare o da usare per il piacere di avere un giardino, considererei questa opportunità come un privilegio.

Credo che sia un grande onore e una responsabilità possedere la terra, anche se, come diceva il capo nativo americano Seattle, "la terra non appartiene agli uomini, sono gli uomini ad appartenerle; (…) Tutte le cose sono collegate. Qualunque cosa succeda alla terra succede ai figli della terra. L'uomo non ha tessuto la trama della vita: egli è un filo. Qualunque cosa egli faccia alla trama, egli lo fa a se stesso." (1852, lettera al Presidente degli Stati Uniti F. Pierce).

In questo blog ho proposto spesso questo tema: quello della responsabilità dell'uomo nei confronti della terra e dei suoi frutti. L'agricoltura è - credo - uno dei tanti modi per esprimere un pensiero, o rappresentare una cultura.
Ho proposto il punto di vista di Vandana Shiva, scienziata e attivista indiana che viene considerata da alcuni un punto di riferimento lucido e positivo (da Slow Food in particolare) da altri una voce utopica e distorta (leggetevi per esempio il blog di Dario Bressanini che dà un parere da scienziato sulla questione Ogm) rispetto alla risoluzione dei problemi legati all'agricoltura e alla distribuzione di cibo nel mondo.
In effetti si tratta di un problema molto complesso, fatto di molti fattori interdipendenti: economici, politici, sociali.
Quando posso non manco di chiedere il parere di chi lavora quotidianamente nel mondo dell'agricoltura, o chi se ne occupa come tecnico o ricercatore.
E ogni volta colgo un aspetto che non avevo considerato prima…

Ma al di là di tutto, penso che il principio, l'idea, l'INTENZIONE che sta sotto alle nostre scelte in qualsiasi campo - anche in agricoltura o semplicemente in cucina -, faccia la differenza.

In questo video di The Perennial Plate si racconta la storia di Bhaskar Save, il "Gandhi dell'agricoltura indiana". Mister Save, nella sua fattoria in Gujarat, coltiva secondo principi non violenti. E i risultati si vedono, sia sugli uomini che sulla natura.
"Soil means jivan" dice il signor Save, la terra è vita. In una manciata di terra sono contenuti così tanti esseri viventi, che diventa necessario mostrare rispetto e utilizzare la non violenza.
... E se ci arrendiamo all'intelligenza della Terra, potremo crescere radicati come gli alberi.

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