domenica 4 gennaio 2015

Holy Cow: il collezionista di razze bovine

Se Mother India ha potuto partorire una paladina per la difesa della biodiversità delle specie vegetali come Vandana Shiva o un "Gandhi dell'agricoltura non violenta", non si è però fatta mancare un altro figlio impegnato nella stessa direzione.
Solo che in questo caso siamo di fronte ad un maestro di scuola in pensione - Chandran Master - che si preoccupa del mondo animale.
E che si è inventato una specie di Arca di Noé degli animali da cortile, in particolare le mucche, che significano così tanto nella cultura indiana.

Chandran Master  "colleziona" razze bovine autoctone da 25 anni.
Le raccoglie nella sua fattoria in Kerala, piena zeppa anche di altri animali - galline, capre, pesci negli stagni della proprietà - per conservare, per quanto si può, la memoria delle razze tipiche allevate da sempre nelle campagne indiane, oggi ormai quasi del tutto soppiantate dalle razze ibride importate, che producono più latte, almeno nel breve periodo.

In un paese in cui più del 70% della popolazione vive nei circa 600 mila villaggi rurali, l'economia locale non può prescindere dall'allevamento. Un allevamento che tiene in grande considerazione i bovini, utili per produrre il latte e i derivati, e per lavorare la terra. Si sa che fin dall'antichità la vacca in questa cultura rappresenta quanto di più prezioso e straordinario la natura abbia potuto generare. Fornisce i 5 prodotti cardine dell'economia contadina: latte, burro, ghee, sterco e urina, ma rappresenta anche simbolicamente la casta brahmanica, che la utilizza nel culto.
La vacca sacra (Kamadhenu) è simbolo di abbondanza e persino i poeti, come Premchand, hanno cantato il momento del ritorno a casa, al tramonto, delle vacche dal pascolo, in quell'ora magica fatta di luce ambrata e polvere sospesa che ha preso il nome di "godhuli".
Bisogna pensare inoltre che in un paese in larga parte vegetariano, il latte rappresenta un nutriente fondamentale nella dieta quotidiana. Circa il 60% delle proteine animali provengono infatti dal latte e dai derivati.

L'India però, al pari dell'occidente in corsa verso lo sviluppo, sta velocemente perdendo la propria biodiversità, sia in fatto di varietà vegetali, che animali. Tant'è che Chandran Master, come un ribelle fuorilegge, ha dovuto raccogliere le razze bovine indiane in estinzione mettendosi apertamente contro lo stato del Kerala che ne vietava l'allevamento e la riproduzione a partire da una legge del 1961.
Comunque.
In questo bel video di The Source Project, Chandran Master ci porta nella sue fattoria a vedere quello che ha realizzato. Un'oasi verde dove diverse specie autoctone di mucche quasi estinte altrove, pascolano indisturbate. Il suo assistente e amico d'infanzia, Thomas, lo aiuta nella routine quotidiana. Una mucca Vechur del Kerala - la mucca più piccola del mondo secondo il Guinness dei primati, dato che misura solo 82 cm di altezza, se ne va a cercare qualcosa di buono da brucare, magari qualche foglia di papaya o di banano. Non ha bisogno di nulla di più e il giorno dopo restituirà circa 2 litri di latte dalle proprietà medicinali - sostiene il maestro Chandran, dato che ha potuto cibarsi di molte varietà vegetali utili e ricche di nutrienti.

Oltre a questa mucca, tante altre (circa 17 specie), che però non rappresentano neppure lontanamente le 111 varietà di vacca autoctona che vivevano in India fino a qualche decennio fa. Il punto è che ora gli allevatori, anche le fattorie più piccole, vengono spinti ad acquistare razze ibride importate perché producono molto più latte. Hanno però bisogno di molto più foraggio, molta più acqua e di cure antibiotiche - ricorda il maestro Chandran, sicché nel breve periodo può sembrare un affare, ma alla lunga le varietà di importazione non sarebbero così convenienti. E certo, non lo sarebbero per la conservazione della biodiversità. E poi, le razze ibride non producono latte più di 4 volte nel corso della loro vita, mentre le indigene lo fanno almeno 10 volte.
Insomma, come sempre si ritorna al problema della poca lungimiranza delle scelte economiche e politiche in favore del profitto. Un profitto che riempie le tasche di chi tiene le redini dell'economia globale agroalimentare, che come sempre non ha volto o lo nasconde dietro un marchio.


The Keralan cowboy from the source project on Vimeo.

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