Non ricordo più esattamente come, ma qualche giorno fa, cercando alcune informazioni in rete, sono arrivata sul sito di Jason Taylor, fotografo e film maker che ha realizzato una serie di video molto interessanti.
Gli argomenti ruotano tutti attorno ai temi dell'agricoltura sostenibile, della produzione biologica, dei cibi buoni, puliti e giusti. Taylor ha evidentemente un background di fotoreporter internazionale e i suoi lavori sono spesso riferiti ad esperienze indiane. Ovviamente mi sono buttata sulla visione compulsiva di tutti i suoi video, uno più interessante dell'altro, con un linguaggio e uno stile molto accattivanti.
Qui ne propongo uno, ma vale la pena, se avete un po' di tempo, di dare un'occhiata più approfondita.
Qui da noi gli argomenti ambiente, cibo e agricoltura sono molto attuali: basta leggere un po' e informarsi per rendersi conto che tutti noi 'consumatori' stiamo per esempio facendo spese sempre più verdi, partecipiamo in massa a iniziative come Terra Madre (quest'anno in ottobre), diamo spazio a iniziative di produzione e consumo sempre più consapevole (vedi orti urbani condivisi), ascoltiamo volentieri la voce di chi ha esperienza di coltivazione bio e recupero del patrimonio di bio diversità in agricoltura (Vandana Shiva docet) e finalmente cominciamo a leggere con più interesse le etichette dei cibi che compriamo.
Sorprendentemente, anche in paesi come l'India, sfruttati dalle multinazionali agroalimentari che in questi ultimi anni sono riuscite ad imporre le proprie sementi ogm e i propri pesticidi e concimi - causando danni impressionanti sia all'ambiente che alle famiglie di contadini - si sta prendendo atto che questa strada porta alla distruzione.
I contadini, che in questi anni erano stati messi in ginocchio dai debiti contratti per acquistare sementi sterili e pesticidi letali, stanno lentamente rendendosene conto. Molti di loro non hanno fatto in tempo: abbiamo avuto anche noi, occidentali distratti, qualche notizia dei numerosi suicidi di contadini indiani che non potendo ripagare i debiti derivati dall'acquisto di semi e veleni, si sono suicidati con gli stessi veleni che dovevano servire per la loro terra (c'è un bel film, sarcastico e amaro su queste vicende, Peepli live, lo consiglio!).
Natabar Sarangi - The Source from the source project on Vimeo.
Il video di Taylor-The Source Project che vi propongo parla dell'esperienza di un ex maestro di scuola, Natabar Sarangi, che in Orissa ha avviato un bellissimo progetto per il recupero delle varietà autoctone di riso indiane. Ne coltiva circa 350 varietà sul suo piccolo appezzamento di terra e lo fa per dare modo ai contadini che lo vogliono, di ricominciare a utilizzare le sementi di un tempo, estremamente resistenti alle condizioni specifiche di ciascun territorio. Ci sono infatti varietà di riso molto resistenti alla siccità e altre, come il Kannia Patia, che possono resistere alle inondazioni anche per 22 giorni di seguito senza morire. Per nutrire la terra e difendere le coltivazioni dai parassiti, ha reintrodotto i sistemi di concimazione tradizionali e i macerati di piante che si crescono spontaneamente ai bordi dei campi. Distribuisce quasi gratuitamente i semi che coltiva ai contadini che sono decisi a convertire i loro campi al sistema biologico.
E' incredibile vedere come un uomo solo, semplice e apparentemente isolato sia in grado di fare così tanto lavoro...
4 commenti:
Che Guevara diceva: "La rivoluzione si fa per mezzo dell'uomo, ma l'uomo deve forgiare giorno per giorno il suo spirito rivoluzionario". Natabar Sarangi ne è un esempio vivente e speriamo che molti altri seguano il suo esempio. Bye&besos
PS Anch'io ho sbirciato nel sito di Taylor: bellissimo! Grazie per averlo suggerito e complimenti per il tuo post.
ciao carissima!
sì, dovremmo essere dei rivoluzionari tutti quanti, sempre!
belli vero i lavoro di Taylor? mi piace molto anche lo stile, oltre che i contenuti.
un abbraccione gelato
Grazie Elisa, questo video è bellissimo da molti punti di vista! Lo farò girare.
Un abbraccio,
cris
grazie a te Cris!
un po' di speranza in mezzo a tante difficoltà.
ti abbraccio tanto anch'io!
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