sabato 25 settembre 2010

Energia solare a piedi scalzi

"even a single lamp dispels the deepest darkness" - M K Gandhi
(anche una sola lampada può rischiarare l'oscurità più profonda)



Un altro aspetto molto interessante e particolarmente attuale legato al viaggio-reportage a Tilonia per documentare i diversi aspetti del Barefoot College è lo sviluppo della elettrificazione ad energia solare.
In effetti il College iniziò molti anni fa ad interessarsi all'energia solare come alternativa valida alla mancanza cronica di elettricità nei villaggi indiani. Nel 1984 una agenzia di sviluppo danese istallò a Tilonia i primi pannelli solari, affidandone la manutenzione ad un ingegnere che dopo poco dovette rientrare, lasciando il College a chiedersi come si poteva fare per garantire il buon funzionamento dell'impianto. Così nacque il laboratorio solare, che si trasformò poco dopo in scuola, il cui intento era ed è quello di formare ingegneri solari a piedi scalzi in grado di gestire autonomamente l'assemblaggio e il mantenimento della strumentazione ad energia solare.
Questa decisione rientra perfettamente nella politica del College che mira a demistificare la tecnologia e a decentralizzare il potere e la capacità di gestirla in autonomia. Si tratta poi di una posizione piuttosto vicina a quella di Gandhi, che certo non vedeva di buon occhio il progresso tecnologico che toglie lavoro alla gente e lo consegna nelle mani dei pochi che lo possono controllare. Lo stesso Bunker sostiene che la tecnologia può essere introdotta nel villaggio solo se lo stesso è in grado poi di gestirne ogni aspetto senza dover dipendere da esperti venuti dalla città.
Fin dagli anni '80 quindi il Barefoot College iniziò a formare persone analfabete o semianalfabete, soprattutto donne, alla costruzione e alla manutenzione di lampade, batterie, pannelli solari e fornelli solari. La scelta ricadde all'inizio sulle ragazze del villaggio perchè si mostrarono molto interessate e motivate ad imparare e, grazie alle nuove competenze acquisite, poterono poi lentamente guadagnarsi una posizione migliore nell'ambito della società (e persino uno stipendio!).
Una delle scommesse più importanti del College fu poi quella di esportare il sistema degli ingegneri solari a piedi scalzi nelle zone rurali arretrate dell'India e del mondo.
Nei primi anni '90 un certo numero di pannelli solari vennero istallati in alcuni villaggi del Ladakh, dove la lontananza e la difficoltà di accesso di certe zone le rendeva quasi del tutto escluse dall'approvvigionamento di energia elettrica e dove i lunghi inverni freddi causavano molte difficoltà alla gente dei villaggi.


Il Barefoot College poi arrivò anche in Afghanistan, migliorando di fatto il sistema di vita di diversi villaggi. E poi l'Africa e l'America latina.
E' Bunker che visita personalmente le zone più arretrate del pianeta, parlando ai capi villaggio perchè si convincano a mandare qualche persona, possibilmente donne, ad imparare questo mestiere.
Così dagli anni '90 più di mille persone sono passate al College, rimanendo per un training di 6 mesi prima di poter fare ritorno a casa portando con sè nuove tecnologie e nuove prospettive.
Le donne sono molto orgogliose di contribuire allo sviluppo del proprio villaggio, senza contare i benefici economici dell'uso dell'energia solare. Si calcola infatti un enorme risparmio in kerosene, carbone, legna (che vengono normalmente utilizzati per cucinare ed illuminare le abitazioni) oltre agli effetti positivi sull'ambiente.
Così come Gandhi suggeriva di filare il cotone indiano quotidianamente per garantirsi una indipendenza dai sistemi 'ufficiali' di mercato che imponevano prodotti importati e sfruttavano ed esaurivano le risorse degli indiani, al Barefoot College si propone il sistema del learning by doing in cui anche per la realizzazione di strumenti tecnologici come quelli ad energia solare, ci sia la possibilità di riguadagnarsi indipendenza e libertà.

Ma l'utilità di questo sistema è anche quella di essere riuscito ad infondere fiducia alle persone più vulnerabili e apparentemente senza prospettive: le donne in particolare hanno l'opportunità di migliorare la propria vita e quella della comunità di villaggio nonostante siano senza titoli o senza istruzione. Anche in questo campo dunque il lavoro più importante e quello più difficile è quello di cambiare la mentalità delle singole persone per aprirla a possibilità mai considerate in precedenza.

Sabato 2 ottobre siete invitati a vedere il mio documentario sul Barefoot College nell'ambito del festival Internazionale Ferrara 2010.
Alla sala Boldini, via G. Previati, 18 a Ferrara (in centro, a due passi dal Teatro Comunale). Alle 18,00

la foto dei monaci che trasportano i pannelli solari è di Mr. Bhurji, fotografo scomparso prematuramente in servizio al Barefoot College per tanti anni. E' una delle immagini-simbolo del College.

7 commenti:

Silvia Merialdo ha detto...

Molto interessante!
Mi e' venuto in mente di un progetto che ho visitato in Ladakh, che combina nello stesso modo educazione ed energia solare: e' lo Students' Educational and Cultural Movement of Ladakh (SECMOL)
http://www.secmol.org/

Non so se abbia qualche relazione con il Barefoot college...

Molto probabilmente non potro' venire a Ferrara sabato, mi spiace da morire, ma devo tornare a casa a Genova perche' ho parenti in ospedale :(

Elisa Chiodarelli ha detto...

Chissà, forse si, questa organizzazione del Ladakh è collegata al College; tra l'altro un principio fondamentale che viene regolarmente messo in pratica è quello di 'rimanere piccoli'. Il B. College cioè promuove la diffusione sul territorio di altre strutture associative simili, collegate ma indipendenti.A formare una rete.

Mi dispiace che non ci sarai sabato! però troveremo altre occasioni :-)

un abbraccio, auguri per i tuoi familiari!

Alessandro ha detto...

Ma che bello questo blog! Complimenti, davvero. E a giudicare dalle foto, stupende, anche il documentario promette bene... Spero che viaggi per le città italiane, e non solo, e che molta gente possa vederlo.

Elisa Chiodarelli ha detto...

grazie mille, davvero!
spero anch'io di poter parlare di questi argomenti più che si può. Alcune cose andrebbero URLATE!!

per ora comunque è prevista una proiezione a Genova il 31 ottobre e a Brescia il 29 ottobre.

grazie ancora, a presto!

Silvia Merialdo ha detto...

Ciao Elisa, io sono appena tornata da Genova!
Allora come è andata a Ferrara?

Elisa Chiodarelli ha detto...

ciao Silvia!
E' andata molto bene! c'erano tante persone e tutte molto interessate... appena ho le foto (che ha scattato un mio amico fotografo) ne pubblico una! Sono così felice di aver potuto raccontare questa bella storia di speranza.E' stata un'esperienza davvero importante...diverse associazioni mi hanno poi chiesto di proiettare il reportage in varie città, magari ci saranno altre occasioni di parlarne e di conoscerci.
Un abbraccio!!

Sandra ha detto...

Ciao! è ancora disponibile/reperibile il documentario? credo potrebbe essere interessante per una proiezione nella mia zona, ma vorrei vederlo prima di proporlo alla mia associazione. Grazie

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